Quartiere |
Santa Croce / San Giovanni |
Ubicazione |
Borgo Pinti 55 |
Denominazione |
Palazzina Cocchi |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
. |
Proprietà |
Cocchi. |
Architetti - Ingegneri |
Del Rosso Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
L’edificio documenta degli interventi che in questo tratto si sono susseguiti nel corso dell’Ottocento (presumibilmente in concomitanza con l’apertura del nuovo tratto di via della Colonna e nel nostro caso sfruttando le proprietà dello spedale di Orbatello posto alle sue spalle), per lo più con l’erezione di palazzi dal tono alto borghese, caratterizzati da elementi neoclassici fusi con modi e disegni propri della tradizione tardorinascimentale. Collocato di fronte all’ingresso del Liceo Regio di cui abbiamo detto alla scheda precedente, il palazzo presenta una facciata di sette assi su tre piani, con il terreno realizzato in buona parte in pietra artificiale a imitare un bugnato cinquecentesco, con bozze rilevate a pettine in corrispondenza del portone. Oltre il grande androne si apre uno scorcio dell’ampio giardino. Proprio in ragione di questa presenza, l’edificio sembrerebbe identificabile con la casa Cocchi ricordata nel fondamentale repertorio I giardini di Firenze di Angiolo Pucci (del quale abbiamo già detto per le fondamentali ricerche condotte negli anni venti e trenta del Novecento, ora finalmente riordinate e date alle stampe per le cure di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani), dove così si legge: "In borgo Pinti, al numero comunale 51, trovasi un ampio casamento, che potrebbe chiamarsi palazzo, di severa e bella apparenza. Esso appartenne nel secolo scorso al prof. Igino Cocchi e alla di lui morte per la divisione della eredità paterna la casa toccò al figlio Ing. Rodolfo che ne è tutt’ora proprietario. Al tergo della casa si estende uno spazioso giardino, in parte tenuto a salvatico, che al tempo in cui ne era proprietario il prof. Igino era mantenuto in migliori condizioni senza però che vi facessero speciali colture di piante da fiore. L’ubicazione del giardino è tale che molte piante, quali sarebberò bambù, le aucube, i bossoli, vi acquistano un bello sviluppo. Se io ho notato questo giardino non l’ho fatto per la sua odierna importanza, ma per accennare ad uno dei più spaziosi giardini che sono rimasti ancora nella vecchia Firenze". La facciata, della quale nelle precedenti redazioni di questa scheda si lamentava il mediocre stato di conservazione, è stata oggetto di lavori e di nuova tinteggiatura nel 2019. |
Bibliografia
dettaglio |
Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 117; Paolini 2008, pp. 165-166, n. 254; Paolini 2009, p. 238, n. 339. |
Approfondimenti |
Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati in città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 195; Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 69-72, n. 18. |
Documentazione fotografica |
Nessun dato rilevato. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Borgo Pinti su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
04/05/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
08/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
giardino. |
Localizzazione |
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