Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via de' Brunelleschi |
Denominazione |
Palazzo Pola e Todescan |
Altre denominazioni |
Casa Paggi |
Affacci |
via del Campidoglio 3, via de' Pecori |
Proprietà |
Nessun dato rilevato. |
Architetti - Ingegneri |
Paciarelli Giovanni, Michelazzi Giovanni. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Cantagalli (manifattura), Michelucci (officina). |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
L'edificio fu eretto dall'impresa costruttrice Fratelli Taiuti tra il 1901 e il 1903 (la data di chiusura del cantiere è segnata sul frontone in angolo tra via de' Brunelleschi e via de' Pecori) su progetto dell'architetto Giovanni Paciarelli (secondo Carlo Cresti con la probabile collaborazione di Giovanni Michelazzi), nella fase finale di ricostruzione della zona, successivamente all'operazione di sventramento dell'antico Mercato Vecchio e del ghetto ebraico. All'origine il palazzo ospitava i "Grandi Magazzini, all'industria inglese, Pola e Todescan" (dai quali la denominazione corrente), specializzati nella vendita di articoli a buon mercato, oggi è per lo più occupato da un istituto bancario. L'insieme, decisamente monumentale, si caratterizza rispetto agli altri edifici circostanti realizzati negli anni immediatamente precedenti, per una chiara adesione alle nuove proposte moderniste, almeno per quanto riguarda l'apparato decorativo che si avvale di sculture, fregi in ceramica colorata (opera della manifattura Cantagalli) e lavori in ferro battuto (delle Officine Michelucci di Pistoia). Proprio per il suo deciso distaccarsi dalla tradizione architettonica cinque seicentesca ancora cara alla scuola fiorentina del tardo Ottocento, l'edificio fu per lo più oggetto di aspre critiche, ad eccezione di un lusinghiero e autorevole giudizio espresso da Alfredo Melani (1903). Oggi è riconosciuto come un precoce esempio di penetrazione dello stile modernista nel centro antico della città. Su via de' Brunelleschi, come logico proseguimento del tema che collega i vari edifici su piazza della Repubblica, il palazzo presenta un portico architravato comprendente in altezza il piano terreno e un mezzanino, con pilastri rivestiti fino a due terzi dell'altezza in travertino. Oltre la vistosa cornice marcapiano l'edificio si sviluppa per altri tre piani fino a un cornicione sostenuto da mensole e ai fastigi di coronamento dei settori terminali. Il fronte è suddiviso da lesene (che proseguono il disegno dei pilastri fasciati del portico) in otto settori, all'interno dei quali sono due aperture rettangolari incorniciate. La cantonata si caratterizza fortemente per la presenza di specchiature in ceramica e di balconi che, al primo piano, sono sostenuti da massicce mensolature arricchite da protomi femminili di eco secessionista. Sui fronti laterali, dove sono i portoni di accesso ai quartieri di abitazione, viene a cadere il tema del porticato e il palazzo si sviluppa per cinque piani per quattro assi. Il porticato è pavimentato in marmo e chiuso da un solaio piano decorato con cornici e medaglioni. "Il pregevole edificio, non protetto da vincolo conservativo, ha di recente subito un pesante restauro mediante il quale il tessuto di mattoni in facciata è stato inspiegabilmente trattato con uno strato di vernice lucida" (Cresti 1992). |
Bibliografia
dettaglio |
Firenze 1972, p. 88, n. 156; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 151; Cresti 1978, pp. 133-134, 274, n. 1; Carlo Cresti in Firenze 1992, p. 203, n. 157; Salvadori Guidi 1996, p. 41, n. 53; Cozzi-Carapelli 1993, pp. 106-107; Cesati 2005, I, p. 88. |
Approfondimenti |
Alfredo Melani, Edilizia moderna a Firenze, un edificio dell'arch. Giovanni Paciarelli, in "L'Arte Decorativa Moderna", II, 1903, 3, pp. 65-76; Mario Bencivenni, I ferri della casa Paggi (Michelucci, 1903), in Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, p. 303; Marco Dezzi Bardeschi, Michelucci e il Liberty a Firenze: i ferri per Michelazzi, in Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, pp. 305-313; Elisabetta Pieri, Le botteghe del centro di Firenze tra tradizione, moderno ed eclettismo (1884-1920), in "Storia dell'Urbanistica. Toscana", 1996, 4, pp. 67-86; Stephanie Hanke, Art Nouveau in Florenz: die Casa-Emporio und das Villino Broggi-Caraceni von Giovanni Michelazzi, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XLVI, 2002 (2004), 2/3, pp. 439-489. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: CAL-F-004499-0000 (veduta angolare dell'edificio, 1996). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito) e dalla voce Palazzo Pola e Todescan su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
23/01/2009 |
Data ultima modifica |
30/09/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
04/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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