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Scheda Residenza dell'Arte dei Galigai Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via delle Terme 7
Denominazione Residenza dell'Arte dei Galigai
Altre denominazioni Casa del monastero della Certosa, casa Rosselli del Turco
Affacci chiasso di Manetto
Proprietà Arte dei Galigai, monastero della Certosa del Galluzzo, Rosselli del Turco.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Pascuzzi Alan.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche L'edificio si presenta attualmente costituito da quattro piani su quattro assi, quello all'estrema sinistra sviluppato su un arco che insiste sul sottostante chiasso di Manetto, i due centrali con il terreno a bozze di pietra irregolari, l'ultimo a destra riconfigurato, così come appaiono ridisegnati anche tutti i piani superiori. Walther Limburger (1910) indica la fabbrica come del Quattrocento, segnalando il piano terreno in rustica. "Di là dal Chiasso di Manetto, al n. 7, la residenza dei Galigai, con la parte inferiore di pietra forte, è stata rimodernata nella parte alta. Come si sa, quella dei Galigai era una delle più povere Arti, tant'è vero che la loro casa passò ai monaci della Certosa, che l'unirono al palazzo degli Acciaiuoli, ricevuto in dono dal Gran Siniscalco della Regina di Napoli" (Bargellini-Guarnieri 1978). Così precisa Marcello Jacorossi (in Palazzi 1972): "E' oggi un edificio di carattere moderno, essendo stato ricostruito ai primi del Novecento. Resta l'antico parato a bozze di macigno irregolari della parte terrena. Erano qui in antico alcune casette dei Buondelmonti e degli Acciaiuoli, mentre sulla cantonata del chiasso un piccolo edificio serviva già da tempo remoto come residenza dell'Arte dei Galigai. Era questa una delle Arti più povere, sicché essa affittava gran parte di codesto locale. Nel 1627 i Consoli dell'Arte dei Vaiai e Cuoiai che, nel concentramento delle Corporazioni delle Arti, ordinato da Cosimo I, erano divenuti proprietari anche di questo casamento, lo vendevano ai frati della Certosa. Questi lo unirono al palazzo di borgo Santi Apostoli che avevano avuto in dono dal Gran Siniscalco Niccolò Acciaiuoli". Non risulta chiaro cosa si intenda riferendo dell'unione con il palazzo del Gran Siniscalco (si veda a borgo Santi Apostoli 8) che in realtà non è in asse con il nostro edificio. Lo stesso Jacorossi segnala poi sulla cantonata "uno scudo in pietra, copia dell'insegna dell'Arte dei Galigai" non rilevato. Esiste invece dal lato del chiasso, sotto la volta, una edicola settecentesca che ora accoglie un rilevo in bronzo raffigurante il Battesimo del Cristo, opera di Alan Pascuzzi, donata nel 2005 dai Poveri Cavalieri di Cristo (Commanderia di San Giovanni del Tempio).
Bibliografia
dettaglio
Limburger 1910, n. 618; Palazzi 1972, p. 108, n. 201; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, p. 165.
Approfondimenti Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 409, n. 37 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 187077 (veduta d'insieme del prospetto, 1996).
Risorse in rete Nessun dato rilevato.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 27/01/2009
Data ultima modifica 04/04/2021
Data ultimo sopralluogo 16/05/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
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