Scheda Complesso Bardini

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santo Spirito (San Niccolò)
Ubicazione Costa San Giorgio 2- 4
Denominazione Complesso Bardini
Altre denominazioni Villa Manadora, villa Belvedere, casa Le Blanc, villa Bardini
Affacci via de' Bardi 1r
Proprietà Mozzi, Manadori, Cambiagi, Le Blanc (Leblanc), Mozzi, Carolath von Beuthen, Bardini, demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri Silvani Gherardo, Lolli Ghetti Mario, Castelfranco Piero, Pozzana Mariachiara.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Greenough Horatio, Bardini Stefano, Annigoni Pietro, Capucci Roberto.
Note storiche E' questo uno degli accessi agli spazi attualmente fruibili del grande complesso già proprietà dei Mozzi e quindi di Stefano Bardini, per il quale si rimanda a quanto detto in merito alla fabbrica di piazza de' Mozzi 2 e alla scheda relativa a via de' Bardi 1r. Si torna qui ad annotare come la residenza presente nella parte alta del giardino sia stata costruita nel 1641 su una preesistenza di impianto medioevale dall'architetto Gherardo Silvani per Francesco Manadori, da cui la denominazione di villa Manadora (ma la letteratura la segnala ugualmente come villa Belvedere, per l'eccezionale posizione panoramica). Nel suo aristocratico isolamento sulla collina la villa appare accuratamente descritta nella Veduta della città di Firenze dal muricciolo del prato dei padri di San Francesco al Monte, dovuta a Valerio Spada e databile alla metà del Seicento. Appartenuta in seguito ai Cambiagi e poi, all'inizio dell'Ottocento, a Luigi Le Blanc (Jacques-Louis Leblanc) e a suo figlio Giacomo (in questo periodo fu abitata dallo scultore americano Horatio Greenough), fu unita nel 1839 alle altre proprietà dei Mozzi per poi passare ai Carolath von Beuthen e a Stefano Bardini che, poco dopo il 1913, la sopraelevò di un piano. Su costa San Giorgio la proprietà si presenta con un lungo muro di cinta interrotto da un cancello che immette all'altezza della villa, seguito da un ulteriore tratto di muro e quindi dal prospetto di quella parte del complesso che, pur avendo la sua emergenza più significativa oltre l'asse viario, ingloba anche un ampio fabbricato che si allinea alla strada con una facciata di sette assi per quattro piani. La complessa fase di restauro e ristrutturazione promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron (Ente Cassa di Risparmio di Firenze) che ha consentito di riaprire al pubblico la struttura nel 2007, ha visto (per quanto riguarda lo specifico cantiere della villa), il coordinamento di progetto dell'architetto Mario Lolli Ghetti e la progettazione e la direzione dei lavori dell'architetto Piero Castelfranco, con la consulenza per il restauro dell'architetto Mariachiara Pozzana. Per quanto concerne il giardino, fermo restando il coordinamento di Mario Lolli Ghetti, progettazione e direzione dei lavori spettano a Mariachiara Pozzana (tra le imprese coinvolte nei lavori si segnalano P.T. Color e Restart per le opere di restauro). Destinato a attività culturali, l'edificio ospita attualmente mostre temporanee e convegni, ed è sede (o è stata sede) di varie istituzioni ricordate dalla targa presente sull'ingresso dalla costa, comprendenti il Museo Pietro Annigoni, il Museo Roberto Capucci, la Società Toscana di Orticultura, il Giardino Bardini e la stessa Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.
Bibliografia Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, p. 65; Pozzana 1994, pp. 89-90; Paolini (Poggi) 2010, pp. 55-57, n. 27; Paolini 2013, pp. 60-61; Zoppi 2019, pp. 16-17. Per ulteriori rimandi si veda la bibliografia relativa a palazzo Mozzi.
Approfondimenti Mariachiara Pozzana, Guida del giardino Bardini, Firenze, Casalta, 2005; Mariachiara Pozzana, Greenways: percorsi verdi nell'Oltrarno di Firenze. Giardino Bardini, giardino di Boboli, giardino Corsi, giardino Torrigiani, viale dei Colli, Bobolino, via di Belvedere, viale di Poggio Imperiale, Firenze, Polistampa, 2006; Mariachiara Pozzana, Icona di paesaggio: il restauro del giardino Bardini, in "Architettura del Paesaggio", 2009, 21, pp. 68-71; Giovanni Straffi, La grotta nel parco Bardini, in Sandra Carlini, Elena Marazzi, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le grotte. Luoghi di delizie tra natura e artificio a Firenze e nel suo territorio, Firenze, Alinea, 2002, pp. 86-87; Maria Chiara Pozzana, Firenze greenway: dal giardino Bardini al Viale dei Colli; un corso di specializzazione in restauro dei giardini storici alla Villa Bardini, in "Bollettino Ingegneri", LXI, 2013, 11, pp. 19-21; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 481-483; L’eredità di Stefano Bardini a Firenze, a cura di Antonio Paolucci con testi di Antonio Paolucci, Maria Chiara Pozzana, Emanuele Barletti, Firenze, Mandragora, 2019.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sul complesso sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e dalla voce Giardino Bardini su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 23/08/2010
Data ultima modifica 06/03/2021
Data ultimo sopralluogo 20/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags giardino, comunità straniera (americano).
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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