Scheda Casa dei Templari |
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Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Ponte Vecchio |
Denominazione |
Casa dei Templari |
Altre denominazioni |
Casa della Commenda del Santo Sepolcro, magione del Santo Sepolcro, casa Caruana |
Affacci |
borgo San Jacopo 2r- 4r- 6r- 8r- 10r- 12r- 14r- 16r |
Proprietà |
Ordine dello Spedale di San Giovanni Battista (commenda del Santo Sepolcro), Caruana Zemmit. |
Architetti - Ingegneri |
Tiezzi Francesco, Jodice Nino. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Kirkup Seymour Stocker, Ariosto Ludovico. |
Note storiche |
L'edificio ha conosciuto tra Ottocento e primo Novecento una certa notorietà, come attestano le lunghe note redatte nell'Osservatore fiorentino da Marco Lastri (1831) e nella guida del 1842 da Federico Fantozzi: qui sarebbe esistito uno spedale fin dal secolo X, donato nel 1068 ai monaci di San Miniato al Monte, quindi diventato commenda dei cavalieri Templari e dal 1299 noto come oratorio del Santo Sepolcro. I cavalieri eressero accanto allo spedale un più vasto edificio che si chiamò Magione del Santo Sepolcro. Soppressi i Templari nel 1311, il possesso passò nel 1313 ai cavalieri di Malta (commenda del Santo Sepolcro o di San Giovanni Battista), che ampliarono ulteriormente l'edificio lungo borgo San Jacopo e la cui importanza in ambito cittadino è testimoniata dalle molte proprietà acquisite e in parte ancora contrassegnate dalla croce di Malta lungo le attuali vie Romana e via de' Serragli (si veda). Questa "comoda abitazione" sarebbe poi passata in mano a privati e, nella prima metà dell'Ottocento, ai signori Caruana Zemmit, e "ridotta nel modo che si vede, con non troppo gusto" (Fantozzi 1842). In questo periodo (1818-1872) la casa fu abitata dall'eccentrico pittore, bibliofilo e collezionista d'arte inglese Seymour Stocker Kirkup, che qui raccolse molte e rare memorie riferibili a Dante Alighieri e a Giovanni Boccaccio. Gian Luigi Maffei ha pubblicato nel 1990 una ricca documentazione sull'edificio, consistente in piante e alzati ricchi di dettagli, in più versioni, a coprire un arco di tempo dalla fine del Seicento al 1759-1760 e quindi al 1792-1793 (disegni datati al 1865 e fotografie degli anni precedenti il 1944 sono poi presso l'Archivio disegni del Comune di Firenze). In tutti i casi bene si individua in questo materiale come la proprietà fosse costituita da due edifici sul borgo, ciascuno formato da cellule quadrate con un prospetto a due fornici al piano terra e due finestre; sull'angolo tra il borgo e il ponte erano invece case e botteghe ottenute dall'ampio volume di una chiesa ancora ben leggibile sul prospetto. A incentivare l'interesse ottocentesco per il luogo sarebbero stati tuttavia due avvenimenti che avrebbero visto come scenario l'abitazione: il primo quello della pace qui trattata e conclusa nel 1419 tra il pontefice Martino V e Fortebraccio signore di Perugia, il secondo, per il tempo ben più rimarchevole, relativo al soggiorno di Ludovico Ariosto, qui ospitato da Niccolò Vespucci rettore della Commenda nel 1513 in occasione dei festeggiamenti per l'esaltazione al soglio pontificio di Leone X de' Medici, e qui preso "di ardentissimo amore" per la bella Alessandra Benucci, da poco vedova di Tito Strozzi. Di questo antico e glorioso edificio rimangono oggi ben pochi resti, dato che la fabbrica fu distrutta nell'agosto del 1944 dall'esplosione delle mine poste dalle truppe tedesche in ritirata per chiudere l'accesso al ponte Vecchio. Per quanto buona parte della letteratura indichi la porzione che guarda verso il ponte nei suoi piani inferiori come "salvata dalle distruzioni", è più che evidente di come questa sia frutto di una radicale ricostruzione, benché in parte effettuata con materiale antico recuperato in loco. Su questo lato sono anche due scudi con la croce del Popolo fiorentino e, a fianco dell'ingresso al 56r, una pietra con la croce dei Cavalieri di Malta e il n. 66 (moderna). Il nuovo edificio che si sviluppa nell'area e che incorpora le poche reliquie antiche fu realizzato su progetto dell'architetto Nino Jodice (erroneamente in una precedente versione di questa scheda attribuito a Francesco Tiezzi, al quale invece spetta, oltre all'intervento sull'antistante torre dei Rossi Cerchi, il casamento che segue) e, nella sua semplicità, non si discosta di molto dalla situazione documentata a prima della distruzione, per quanto risulti di dimensioni decisamente più contenute, avendo deciso nella ricostruzione di arretrare il fronte su borgo San Jacopo in modo che la strada si aprisse alla veduta della torre dei Mannelli. Dal numero civico 2 si accede sia agli appartamenti sia a una terrazza interna sull'Arno, sulla quale guardano gli accessi secondari dei negozi posti al terreno e con la vetrina su borgo San Jacopo. In questo spazio interno e protetto sono conservati, murati, due frammenti architettonici di pietra scolpita a ulteriore testimonianza dell'antica storia del luogo. |
Bibliografia |
Follini-Rastrelli 1789-1802, VIII, 1802, pp. 265-271; Lastri 1821, VII, pp. 153-157; Fantozzi 1842, pp. 592-593, n. 305; Fantozzi 1843, pp. 237-238, n. 593; Firenze 1850, pp. 566-568; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 254-256; Illustratore fiorentino (1904) 1903, pp. 47-50; Limburger 1910, n. 399; Illustratore fiorentino (1914) 1913, p. 6; Garneri 1924, pp. 280-281, n. XXV; Bertarelli 1937, p. 281; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 165; Limburger-Fossi 1968, n. 399; Firenze 1974, p. 305; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 94-95; Maffei 1990, pp. 141-143; Insabato-Ghelli 2007, pp. 365, 367; Morozzi 2009, p. 74; Paolini 2013, pp. 76-78. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Magione del S. Sepolcro al Ponte vecchio, e congresso per la pace tral papa ed il Sig. di Perugia, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XIII, pp. 63-69; La via borgo San Jacopo a Firenze. Almanacco storico illustrato per l'anno 1931, Firenze, Stamperia Giannini, 1930; Commende di Malta a Firenze, in Leonardo Ginori Lisci, Cabrei in Toscana. Raccolte di mappe, prospetti e vedute, sec. XVI - sec. XIX, Firenze, Giunti Marzocco per la Cassa di Risparmio di Firenze, 1978, pp. 239-246 (nello stesso volume si veda anche alle pp. 90-91); Piero Degl'Innocenti, Ricordo di Nino Jodice, in "bA. Bollettino Architetti", XV, 1998, 84, pp. 7-11; Claudio Paolini, Ponte Vecchio di pietra e di calcina, Firenze, Polistampa, 2012. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
17/02/2011 |
Data ultima modifica |
19/01/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
08/09/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
pietrino, comunità straniera (inglese). |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
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