Note storiche |
Gli ambienti occupati dal museo - fermi restando i molti lavori intrapresi nel tempo che hanno radicalmente ridisegnato gli spazi interni - era originariamente di pertinenza dello spedale di San Matteo (per il quale si vedano le note relativa all'edificio dell'Accademia di Belle Arti) e in parte del monastero femminile benedettino di San Niccolò di Cafaggio, (per il quale si vedano le note relative all'edificio del Conservatorio di musica Luigi Cherubini), soppressi da Pietro Leopoldo di Lorena tra il 1781 e il 1782. Lo stesso granduca espresse la volontà di ridisegnare e quindi destinare la vasta area dei due complessi a una accademia, scelta che nel corso del tempo determinò la riconfigurazione della struttura - previo progetto di riduzione redatto da Bernardo Fallani e ampiamente documentato nelle carte dell'Archivio storico del Comune di Firenze e quindi di lavori diretti prima da Gasparo Maria Paoletti e poi da Giuseppe Del Rosso - e la sua destinazione ad accogliere istituzioni comunque riconducibili a questa indicazione: l'Opificio delle Pietre Dure per la porzione che prospetta su via degli Alfani (si veda) e l'Accademia di Belle Arti per l'area su via Ricasoli verso via Cesare Battisti. Per quanto riguarda nello specifico la porzione qui presa in considerazione, questa costituì un tutt'uno con l'Accademia di Belle Arti fino al 1975 (al 1853 vari disegni dell'Archivio storico del Comune di Firenze attestano la redazione da parte dell'architetto Francesco Mazzei di un progetto di ristrutturazione dell'intero complesso, compresa questa porzione). Il nucleo originale della raccolta, d'altra parte, si era formato per fornire agli studenti della scuola esempi ragguardevoli sui quali esercitarsi, il che aveva implicato la scelta oltremodo rigida di sole opere riconducibili ad artisti e botteghe fiorentine, in modo da assicurare nella formazione degli allievi la dovuta continuità con la tradizione locale, essenzialmente riconosciuta nella produzione collocabile tra Trecento e Cinquecento, secoli nei quali i fiorentini avrebbero detenuto un indiscutibile primato in campo artistico. Nel 1866 la collezione fu arricchita dei quadri moderni acquistati dal granduca Leopoldo II al concorso di pittura del 1859. Nel 1873 fu qui trasportato per motivi conservativi il David già in piazza della Signoria e attorno al 1882 costruita la tribuna che ancor oggi lo accoglie e caratterizza il museo, noto in tutto il mondo essenzialmente per la presenza di questa opera di Michelangelo, nonostante l'ampiezza e la varietà delle collezioni. Nel 1909, a introdurre alla grande statua, furono furono poi sistemati nella galleria i Prigioni, dello stesso Michelangelo. "Con una superficie di circa 750 mq l'ambiente della Tribuna costituisce uno degli spazi museali più vasti della Città di Firenze" (Maresca). Al di là delle raccolte d'arte, per quanto concerne l'oggetto di questa scheda, si devono presumere interventi alla struttura paralleli a quelli descritti per i locali di insegnamento dell'Accademia, quindi dovuti nel corso del tempo a Gasparo Maria Paoletti, Giuseppe Del Rosso, Francesco Mazzei e Mariano Falcini, oggi difficilmente identificabili nelle loro singole fasi e comunque di tale portata da stravolgere significativamente l'originario assetto delle antiche strutture. Nell'ambiente che attualmente precede l'uscita del museo (sala dell'Anticolosso) è comunque facilmente riconoscibile uno degli interventi tardo settecenteschi, con finte architetture alle pareti e un affresco sulla volta di Giuseppe Maria Terreni, mentre la già citata tribuna che accoglie il David è opera dell'architetto Emilio De Fabris da datarsi - nonostante l'evidente rifarsi a modelli neoclassici - al 1881-1882 (nel 1881 all'opera fu attribuito il Premio Martelli). Per quanto riguarda gli interventi di restauro, ampliamento e adeguamento della struttura attuati nel corso del Novecento si segnalano quelli effettuati dalla Soprintendenza ai Monumenti susseguitisi tra il 1975 e il 1980, ai quali sono da aggiungere i lavori tesi al consolidamento e alla messa in opera degli impianti della tribuna su direzione dell'architetto Paolo Mazzoni, tra il 1983 e il 1985. |
Approfondimenti |
Camillo Jacopo Cavallucci, Notizie storiche intorno alla R. Accademia delle Arti del Disegno in Firenze, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1873; "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", VI, 1883, fasc. I, tav. VI (Tribuna del David di Michelangelo); Luigi Biagi, L'Accademia di Belle Arti di Firenze, Firenze, Le Monnier, 1941; Ugo Procacci, La Galleria dell'Accademia di Firenze, Roma, Libreria dello Stato, 1951; L'Accademia di Belle Arti di Firenze. 1784-1984, Firenze, Accademia di Belle Arti, 1984; Angela Rensi, L'ospedale di San Matteo a Firenze: un cantiere della fine del Trecento, in "Rivista d'Arte", XXXIX, 1987, pp. 83-145; L'Accademia, Michelangelo, l'Ottocento, a cura di Franca Falletti, Livorno, Sillabe, 1997; Galleria dell'Accademia, Firenze, in Paolo Mazzoni. Restauro su restauro, a cura di Paola Maresca, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2014, pp. 90-93; Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia dei Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 237. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 74500, 74501, 74502, 74503, 74849, 74850, 74851, 74852, 74853, 77351, 77352, 77353, 77354, 77355, 77356, 77357, 77358, 77359, 77369, 77370, 77371, 77372, 77373, 77374, 77375, 77376, 77377, 77478, 77479, 77480, 77481, 77482, 77483, 77618, 77619, 77620, 77621, 78506, 78507, 78508, 78509, 78510, 78511, 78512, 78513, 78514 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1975); 79260, 79261, 79262, 79263, 79264, 79265, 79266, 79267, 80615, 80616, 80617, 80618, 80619, 80620, 80621, 82479, 82480, 82481, 82482, 82483, 84129, 84130, 84131, 84132, 84133, 84134, 84135, 84136, 84137, 84138, 84139, 84140 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1976); 85257, 85258, 85259, 85260, 85617, 85262, 85263, 85264 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1977); 89095, 89096, 89097, 89098, 89099, 89100, 89101, 89102, 89103, 89104, 89105, 89897, 89898, 89899, 89900, 89901, 89902, 89903, 89904, 89905, 89906 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1978); 97317, 97318, 97319, 97320, 97321, 97322, 100312, 100313, 100314, 100315, 100316, 100317, 100318, 100319 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1980); 105822, 105823, 105824, 105825, 105826, 107107, 107108, 107109, 107110, 107111, 107112, 107113, 108115, 108116, 108117, 108118, 108119, 108120, 108121 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1980); 208804, 208805, 208806, 208807, 208808, 208809 (vedute di spazi interni, 2001). |