Scheda Casamento di Santa Dorotea |
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Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via Ghibellina 51 |
Denominazione |
Casamento di Santa Dorotea |
Altre denominazioni |
Manicomio di Santa Dorotea, casa dei Pazzarelli |
Affacci |
via delle Conce, via de' Macci |
Proprietà |
Petrai, Basetti. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
L'edificio si presenta come esteso casamento che guarda a via Ghibellina con i suoi quattro piani organizzati su nove assi, caratterizzati da un disegno tipicamente ottocentesco, frutto di un intervento sull'area teso a unificare un nucleo di precedenti e antiche case. In particolare sappiamo che qui era una proprietà della famiglia Zati, mantenuta fino al 1632 e, dopo questa data, venduta a Faustina Mainardi e destinata a ospitare un istituto per l'educazione delle fanciulle. Dopo essere stato per un breve periodo di tempo utilizzato come caserma, nel 1643, assieme ad altre case limitrofe acquistate poco dopo, il complesso fu adattato ad ospitare il primo manicomio toscano, intitolato a Santa Dorotea (ma popolarmente detto Casa dei Pazzarelli), che qui rimase fino al 1754 (secondo Fantozzi fino al 1787, quando i malati furono trasferiti allo spedale di Bonifazio). Non si conoscono le vicende occorse allo stabile nel periodo successivo quanto l'edificio fu destinato a private abitazioni (Conti 1921), ma con ogni evidenza nell'attuale fabbrica nulla sembra documentare della storia passata, se non un piccolo inserto in marmo che si trova sulla cantonata con via de' Macci, che ci ricorda il luogo come anticamente denominato "canto alla mela", in riferimento a un tabernacolo (che ugualmente non si è conservato) dove era raffigurata una Madonna con il Bambino che stringeva tra le mani, appunto, una mela. Ulteriore testimonianza è, nell'androne, una antica colonna riportata a vista in una risega della muratura. Sul finestrone del primo piano che affaccia su un balcone è uno scudo con un'arme non identificata, segnata da un cavallo corrente. |
Bibliografia |
Fantozzi 1843, p. 216, n. 530; Passerini 1853, pp. 241-249; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 171; Ciabani 1984, pp. 280-284. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Canto alla Mela, e storia delle così dette potenze, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, VIII, pp. 43-47; Giuseppe Conti, Firenze dopo i Medici, Firenze, R. Bemporad & Figlio, 1921, p. 416; Luciano Artusi, Antonio Patruno con Enrica Pellegrini e Laura Raspigni, Ora et Labora. L'antico complesso religioso e l'Opera Pia di Sant'Ambrogio in Firenze: storia, fede, arte, socialità e pubblica beneficenza, accertate con documenti inediti, Firenze, Semper, 1996, pp. 95-100; Vittorio Biotti, Graziella Magherini, Un luogo della città per custodia de' pazzi: Santa Dorotea dei Pazzerelli di Firenze nelle delibere della sua Congregazione, 1642-1754, Firenze, Le lettere, 1997. |
Documentazione fotografica |
Nessun dato rilevato. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Manicomio di Santa Dorotea su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
30/05/2012 |
Data ultima modifica |
12/05/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
29/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
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