Note storiche |
Avvertenza: la presente scheda è relativa a una porzione del Ponte Vecchio e quindi presuppone quanto indicato nelle note relative alla fabbrica nel suo insieme (si veda). Il negozio occupa gli spazi già dell'ultima bottega della fabbrica trecentesca che segnava questo tratto del ponte dal lato destro provenendo da Por Santa Maria, dal lungarno allo slargo dove è attualmente il busto di Benvenuto Cellini. La sua posizione di testa porta alla lettura di due prospetti, il che appare ideale per immaginare le altezze dell'antico edificio, compresa la linea dove dovevano un tempo essere i merli del ballatoio, viste le ampie superfici a grandi conci di pietra che peraltro caratterizzano quasi totalmente il fronte sulla piazzetta. Da questo lato, in particolare, è evidenziato il corrente che presumibilmente segnava il piano di calpestio del ballatoio (raggiungibile dalla scala che si sviluppava dalla porta ora trasformata in secondo accesso e vetrina del negozio), quindi la soprelevazione più tarda con tetto a falde a favore degli spazi della bottega. Si apprezzano inoltre una lapide con una iscrizione a caratteri gotici (vedi oltre) e, in alto al centro, l'insegna degli Ufficiali di Torre ai quali spettava la manutenzione del ponte, con a fianco uno scudo appeso tramite un cingolo, del tutto eroso. In asse a questo, dal lato della strada interna al ponte, è uno scudo in tutto simile ugualmente illeggibile. All'altezza della copertura, d'angolo, è una meridiana del tipo a ora canonica (cioè con una suddivisione del solo arco diurno in 12 parti) che, per quanto venga detta "non molto antica" dalla segnaletica turistica presente in loco, ci appare di disegno seicentesco, così come di spirito seicentesco ci sembra l'idea peregrina di scolpire sul fusto della stessa una lucertola, immobile sulla pietra colpita dal sole (la sua funzione è in effetti quella di indicarci il sud) così come osserviamo nella realtà. Per quanto riguarda l'iscrizione prima richiamata questa appare trascritta nel repertorio di Francesco Bigazzi (1886), testimonianza importantissima visto che, non protetta e non oggetto di cure, questa si avvia al rapido degrado nonostante la sua importanza, dato che documenta della distruzione del precedente ponte per "diluvio d'acque" nel 1333 e la ricostruzione del ponte attuale nel 1345. Anche per quanto riguarda gli scudi non più leggibili ci soccorrono le fotografie e i disegni relativi a questo scorcio che ancora ai primi del Novecento consentivano di documentare come lo scudo che guarda alla piazzetta presentasse le chiavi incrociate della Chiesa fiorentina, l'altro a guardare la strada interna i gigli della casa d'Angiò, a completare con gli altri scudi posti sugli altri canti la serie delle insegne della Repubblica (l'aquila di parte Guelfa, la croce del Popolo, il giglio del Comune, la scritta Libertas dei Priori di Libertà). Il fondo in oggetto è attualmente occupato dal negozio Old Bridge Gallery (in precedenza Buti). |