Scheda Colonna di Santa Felicita |
|
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Piazza Santa Felicita |
Denominazione |
Colonna di Santa Felicita |
Altre denominazioni |
Colonna di San Piero Martire |
Affacci |
. |
Proprietà |
Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Cini Giuseppe, Cestelli Claudio. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Montauti Antonio. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
La colonna sorge sulla piazza di Santa Felicita, in asse con la facciata della chiesa, ed è stata considerata dalla tradizione come eretta, al pari di quella della Croce al Trebbio (si veda) in memoria della vittoria riportata nel 1244 dai cavalieri di Santa Maria, guidato dal domenicano Pietro da Verona (poi San Pietro martire) sugli eretici catari. In realtà già i cronisti e le guide ottocentesche ne hanno ricondotto l'origine a un mausoleo che sorgeva nell'antico sepolcreto cristiano, qui attestato almeno dal V secolo d.C., e dal quale le monache di Santa Felicita avrebbero mutuato il proprio stemma, costituito appunto da una colonna sormontata da una croce con ai lati due palme simboleggianti il martirio. Così, ad esempio, Federico Fantozzi nel 1843: "La colonna di granito che sostiene la statua di San Pier martire vi fu eretta in luogo di un'antica piramide sepolcrale che vi si trovava da tempo antichissimo per essere qui stato uno de' primi cimiteri o sepolcreti cristiani". Quasi certo è che nel 1381 fu eretta la colonna che si trova attualmente, culminante appunto con una croce e due palme incrociate che nel 1406 furono inframmezzate dalle lettere S.F. (Sancta Felicitas). Nel 1484, tolti questi elementi, fu posto a coronare il fusto un capitello con sopra una statua in terracotta invetriata raffigurante San Pietro martire, realizzata a spese di Amerigo de' Rossi, le cui case e torri si estendevano su via Guicciardini e sul lato della chiesa verso Ponte Vecchio. E' quindi probabilmente solo da questa data che l'opera si legò al culto del santo, evidentemente particolarmente venerato dalla famiglia de' Rossi. Nel 1732 la statua cadde, rompendosi: in quell'occasione fu rinvenuta nel cavo di un braccio della figura una lamina in piombo con una iscrizione che appunto testimoniava della commissione del 1484 (se ne veda la trascrizione nel repertorio di Francesco Bigazzi del 1886). L'anno successivo (1723) la perdita fu compensata collocando un'altra opera sempre commissionata dalla famiglia de' Rossi, questa volta in pietra ed eseguita da Antonio Montauti. Nel corso dell'Ottocento la scultura (che abbiamo visto registrata come presente da Federico Fantozzi), o venne rimossa o subì qualche accidente, comunque non fu più segnalata dalle guide cittadine (così, ad esempio, in Burci 1875). Le mine collocate nella zona dall'esercito tedesco in ritirata nell'agosto del 1944 provocarono il crollo del monumento, successivamente in parte recuperato e ricomposto. Alla fine degli anni novanta del Novecento la colonna è stata oggetto di un intervento di restauro effettuato dall'Ufficio Belle Arti del Comune di Firenze (impresa esecutrice David Sollazzini & Figli) su progetto dell'architetto Giuseppe Cini e direzione dei lavori dell'architetto Claudio Cestelli. Attualmente la colonna si presenta posizionata su un ampio basamento circolare in pietra serena (fino a poco tempo fa delimitato da una ringhiera in ferro che veniva per lo più utilizzata per parcheggiare biciclette e che di conseguenza è stata rimossa nel 2014), il fusto liscio di granito grigio orientale (evidenti tre cerchiature in ferro a risarcire i danni del tempo e della guerra di cui una rotta e non più efficace), coronata da un capitello corinzio al di sopra del quale è la base che un tempo sosteneva la statua prima citata. Sempre sul capitello, intercalati alle foglie d'acanto, si ripetono quattro scudi con l'arme della famiglia Rossi (di rosso, al capo cucito d'Angiò). Sul fusto è poi l'iscrizione dedicatoria del 1733, oramai difficilmente leggibile e tuttavia trascritta da Francesco Bigazzi. |
Bibliografia |
Bocchi-Cinelli 1677, p. 117; Cambiagi 1765, p. 203; Cambiagi 1771, p. 215; Cambiagi 1781, p. 197; Fantozzi 1842, pp. 615-616, n. 327; Fantozzi 1843, pp. 239-240, n. 598; Firenze 1845, p. 260; Formigli 1849, p. 224; Firenze 1850, pp. 561-562; Burci 1875, p. 189; Bigazzi 1886, pp. 109-110; Garneri 1924, p. 281, n. XXVI; Bertarelli 1937, p. 293; Borsook 1972, p. 282; Fanelli 1973, I, p. 93; Firenze 1974, p. 319; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 349; Carlo Francini in Quaderni di restauro 2000, pp. 53-55; Firenze 2005, p. 465. |
Approfondimenti |
Stefano Orlandi, Il VII centenario della predicazione e ricordi di S. Pietro Martire a Firenze (1245-1945). I ricordi di S. Pietro Martire a Firenze, in "Memorie Domenicane", LXIV, 1947, 1, pp. 31-48. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-029399-0000 (veduta d'insieme della piazza con la colonna ripresa dall'arco de' Rossi, 1929). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 148866 (veduta d'insieme della piazza con la colonna in primo piano, 1987). |
Risorse in rete |
Sull'opera sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Colonne di Firenze su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
28/11/2012 |
Data ultima modifica |
07/06/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
29/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
colonna. |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
|