Scheda Casamento del canto alla Macine

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Guelfa 9
Denominazione Casamento del canto alla Macine
Altre denominazioni Casa dello spedale di San Matteo
Affacci via de' Ginori
Proprietà spedale di San Matteo.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche L'edificio si presenta come ampio casamento posto d'angolo con via de' Ginori dove, ferma restando l'altezza di cinque piani, prosegue per quattro assi rispetto ai cinque che segnano via Guelfa, e dove è il portone di accesso agli appartamenti. Il disegno dei prospetti è chiaramente riconducibile all'Ottocento, anche se presumibilmente già in precedenza il casamento si doveva essere determinato nella sua attuale estensione, a seguito dell'aggregazione di più antiche case a schiera. Della storia antica resta memoria nel pietrino a rotella presente al terreno all'estremità sinistra del fronte di via Guelfa, oramai scarsamente leggibile per l'erosione della pietra, comunque recante una M gotica sul cui gambo centrale è intrecciata una S. Era questa l'insegna dello spedale di San Matteo, ad indicare qui un'antica proprietà riconducibile ai possessi dell'istituzione soppressa nel 1781 (si veda all'edificio dell'Accademia di Belle Arti e della Galleria dell'Accademia in via Ricasoli e si veda anche in questa stessa via al numero civico 7). Al di là di questa breve nota, la denominazione del canto (canto alla Macine) rimanda a una storia ben più antica. Come documentato da Roberto Ciabani, con l'edificazione della seconda cerchia di mura comunali del 1175 e con la conseguente deviazione del Mugnone, il torrente si trovava a passare proprio per l'incrocio tra via Guelfa e via de' Ginori, "e proprio su quest'angolo si trovava un mulino. Le macine di questo mulino, dopo l'ennesimo spostamento del Mugnone, vennero murate nella casa che fu eretta in quel punto, forse a ricordo di quell'antica sistemazione. Secondo il Carocci, il mulino fu rimosso in tempi non troppo lontani. Sappiamo di sicuro che esisteva ancora nel XVI secolo, poiché servì da pulpito alle prediche di Diego Lainez, compagno di fede di Sant'Ignazio di Lojola".
Bibliografia Ciabani 1984, pp. 142-144.
Approfondimenti Nessun dato rilevato.
Documentazione fotografica Nessun dato rilevato.
Risorse in rete Nessun dato rilevato.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 13/02/2013
Data ultima modifica 21/02/2021
Data ultimo sopralluogo 21/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags pietrino.
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