Scheda Piazza dell'Indipendenza

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Piazza dell'Indipendenza
Denominazione Piazza dell'Indipendenza
Altre denominazioni Piazza di Barbano, piazza Maria Antonia
Affacci .
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Leoni Francesco, Chiesi Flaminio, Bartoli Lando.
Pittori - Scultori - Decoratori Romanelli Raffaello, Rivalta Augusto.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Si accede alla piazza da via Ventisette Aprile, via Nazionale, via Giuseppe Montanelli, via della Fortezza, via Cosimo Ridolfi, via Giuseppe Dolfi, via Vincenzo Salvagnoli, via Santa Caterina d'Alessandria, via Ferdinando Bartolommei. In origine la piazza era denominata piazza Maria Antonia (di Borbone), in onore alla seconda moglie del granduca Leopoldo II di Lorena, sotto il cui governo era stata urbanizzata la zona. Tuttavia, nell'uso non ufficiale, il luogo fu detto a lungo piazza di Barbano, per il suo essere stato definito nella zona conosciuta come orto o podere di Barbano, dal nome appunto dei proprietari della maggior parte del terreno, i marchesi Barbolani da Montauto. L'attuale titolazione, attestata dal 1870 circa e in onore dell'indipendenza nazionale, ricorda invece come da questa piazza avesse avuto origine la pacifica insurrezione del 27 aprile 1859 che portò alla cacciata dello stesso Leopoldo II e dette avvio al processo di annessione della Toscana al regno di Sardegna. La piazza è il cuore di uno dei quartieri ottocenteschi di Firenze e scenario di molti degli avvenimenti di quel secolo. Il progetto originario, redatto tra il 1838 e il 1842 dall'architetto Francesco Leoni (del quale si conservano numerose carte presso l'Archivio Storico del Comune di Firenze), prevedeva la costruzione di 53 casamenti per 318 famiglie povere. Approvato il progetto definitivo con numerose varianti, solo nel 1844 ne venne affidata la realizzazione all'ingegnere circondariale Flaminio Chiesi che concluse i lavori di urbanizzazione nel 1845: i lotti di terreno, ammessi al mercato libero, vennero acquistate da commercianti, artisti e imprenditori, vanificando l'originaria ipotesi di edilizia popolare (ma sul tema si veda il contributo di Gabriele Corsani 1995). Nel 1859 fu bandito un concorso per la realizzazione di due monumenti equestri da collocare nel grande spazio, uno dedicato a Vittorio Emanuele II e l'altro a Napoleone III, che tuttavia non ebbe seguito per il rifiuto del Comune di accollarsi gli alti costi della traduzione in bronzo dei modelli. Tuttavia, entro il 1898, lo spazio centrale fu comunque arricchito da due monumenti con statue in bronzo (restaurate una prima volta nel 1930 e ancora nel 1950), poste al centro di quelle che ora sono le due zone del giardino, una raffigurante Ubaldino Peruzzi, primo sindaco di Firenze e più volte ministro del Regno (1896, Raffaello Romanelli), l'altra Bettino Ricasoli, per due volte presidente del Consiglio e, assieme al precedente, tra i più autorevoli esponenti tra i moderati toscani (1898, Augusto Rivalta). Per quanto riguarda l'area attualmente a giardino si tenga presente come questa originariamente si presentasse come un unico grande spazio in terra battuta e ghiaia chiuso da paracarri, successivamente (1869, per le cure di Attilio Pucci, Capo Giardiniere del Comune) delimitato da una doppia fila di tigli posti in fregio alla carreggiata. Il tracciato che taglia in due lo spazio determinando di fatto due piazze speculari e che mette in diretta comunicazione via Ventisette Aprile e via Cosimo Ridolfi fu aperto attorno al 1925-1929, mentre i lavori di sistemazione che hanno portato all'attuale situazione risalgono a un progetto del 1944, o almeno così documenterebbero le carte conservate presso l'Archivio storico del Comune di Firenze. Il repertorio di Bargellini e Guarnieri (1977) data tuttavia con sicurezza l'intervento al 1953, per un più che giustificato ritardo dovuto alle urgenze del dopoguerra: "La superficie inghiaiata produceva polvere d'estate e fango d'inverno. Perciò, nel 1953, col disegno dell'architetto Lando Bartoli, vennero create intorno alle statue due aiuole e piantati altri alberi a fronda perenne e più sicura di quella dei tigli, mentre il resto della piazza veniva asfaltato". La piazza è ancora oggi estremamente viva nonostante sia decisamente cambiato il tipo di fruitori rispetto a quelli, artisti intellettuali e borghesi, che la dovevano frequentare nell'Ottocento: si tratta ancora di famiglie con bambini e fiorentini in genere ma anche, sempre più, soprattutto dal lato verso la stazione ferroviaria, di immigrati e di persone in situazioni di marginalità sociale. Anche gli edifici di perimetro sono oggi per lo più occupati o da strutture ricettive o da studi professionali. Il traffico veicolare, oltremodo sostenuto, è limitato all'asse che attraversa la piazza e che collega i viali a via Ventisette Aprile, e all'asse perpendicolare al precedente che, sempre dai viali, corre verso la stazione ferroviaria. Le restanti carreggiate sono state pedonalizzate con accesso per lo più limitato da catene.
Bibliografia Stradario 1913, p. 70, n. 496; Stradario 1929, p. 61, n. 557; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 107-111; Stradario 2004, p. 236; Zoppi 2019, pp. 68-69.
Approfondimenti Gabriele Corsani, Il nuovo Quartiere di Barbano presso il Forte di S. Giovanni Battista a Firenze (1834-1859), in "Storia dell'Urbanistica. Toscana", 1995, 3, pp. 7-30; Massimo de Vico Fallanii, Piazza Indipendenza, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 200-204; Valeria Orgera, Le piazze ottocentesche a Firenze, in Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003, pp. 75-86; Manfredo Fanfani, Piazza della Indipendenza a Firenze. Le origini, gli aneddoti, le storie di vita, Firenze, Nuova Grafica Fiorentina, 2011; Mario Bencivenni, in Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici: Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, catalogo della mostra (Firenze, Archivio di Stato, 3 febbraio-6 giugno 2015) a cura di Loredana Maccabruni e Piero Marchi, Firenze, Polistampa, 2015, pp. 234-236.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 122269 (veduta panoramica della piazza ancora priva degli alberi, 1866 circa); 13597, 13598, 13599, 13600 (vedute panoramiche animate della piazza, addobbate in occasione dell'inaugurazione dei monumenti a Ubaldino Peruzzi e Bettino Ricasoli, 1898).
Risorse in rete Sulla piazza sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Piazza dell'Indipendenza (Firenze) su Wikipedia e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 13/09/2013
Data ultima modifica 11/11/2020
Data ultimo sopralluogo 11/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags toponomastica, stradario (piazza), monumento, scultura.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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