Scheda Complesso della Pia Casa di Rifugio di Sant'Ambrogio |
|
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santa Croce (Mattonaia) |
Ubicazione |
Via Giosue Carducci 2- 4- 6- 8 |
Denominazione |
Complesso della Pia Casa di Rifugio di Sant'Ambrogio |
Altre denominazioni |
Educandato delle Dame, scuola delle Paolette, Pia Casa di Rifugio delle Nuove Convertite |
Affacci |
piazza Sant'Ambrogio |
Proprietà |
monastero di Sant'Ambrogio, convento di Sant'Elisabetta, Pia Casa di Rifugio Sant'Ambrogio delle Convertite, Opera Pia Casa di Rifugio. |
Architetti - Ingegneri |
Salvetti Giuseppe, Del Sarto Luigi. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il complesso si mostra sulla strada sotto forma di esteso casamento di quattro piani, di disegno decisamente anonimo, determinato a seguito della parziale espropriazione della fabbrica e della sua riconfigurazione successiva all'apertura, attorno al 1866, dell'attuale strada via Giosue Cardicci, che impose la demolizione di parte del precedente immobile. Tuttavia la storia del sito è antica e importante, originandosi questo in stretta relazione con il complesso religioso di Sant'Ambrogio, fatto risalire tra il V e il VI secolo e comunque documentato sicuramente per l'esistenza della chiesa nel 1001, e per la presenza dell'attiguo monastero di benedettine nel 1141. Ampliamenti e trasformazioni dello stesso sono documentati per il lungo periodo di tempo nel quale il sito crebbe e prosperò, in parte per la fama arrecata al luogo dal 'miracolo del Sangue' avvenuto nel 1230, fatto oggetto di particolare venerazione, come ancora attesta un affresco di Cosimo Rosselli (1486 circa) conservato nella chiesa, nel quale è anche riprodotto il nostro edificio dal lato della chiesa, nelle forme che aveva al tempo. Già impoverito verso la fine del Seicento dalla mancanza di fondi, nel 1785 il monastero fu colpito dalle riforme leopoldine che imponevano la trasformazione di simili cenobi in conservatori, per cui il complesso fu destinato in parte a educandato riservato a nobili fanciulle, in parte a scuola pubblica per le giovani del quartiere, retta da suore francescane dette Paolette. In ragione delle nuove destinazioni la fabbrica fu oggetto di interventi di risistemazione e ampliamento, in particolare con la costruzione, su progetto dell'ingegnere Giuseppe Salvetti e con lavori documentati tra il 1785 e il 1790, di un'ala posta a delimitare la piazza dalla parte dell'orto che sarebbe stata poi quella demolita in occasione della creazione di via Giosue Carducci. Ambedue gli istituti ebbero tuttavia vita breve essendo soppresso nel 1808 l'intero convento di Sant'Ambrogio e l'edificio destinato alla realizzazione di case d'affitto di utilità pubblica. Tuttavia nel 1815 i diritti sulla proprietà furono ceduti alle monache domenicane della Pietà di via Giusti, quindi, l'anno seguente, l'amministrazione dei beni ecclesiastici destinò i locali a residenza di due diverse comunità: le suore Agostiniane dette le Convertite provenienti dal convento di Santa Elisabetta di via de' Serragli, e le Nuove Convertite, una comunità laica di prostitute "in via di redenzione" istituita nel 1808 in alcune stanze dell'ospedale di Santa Maria Nuova e detta Pia Casa di Rifugio (Carrara 1999). Nel 1835 la prima comunità fu abolita mentre la Pia Casa fu eretta in ente morale. Quest'ultima, trovandosi nella disponibilità di ambienti superiori alle necessità, vendette parte dello stabile alla Società degli Asili infantili. Fu questa porzione, per poco tempo diventata sede dell'asilo Vittorio Emanuele II, ad essere demolita in occasione del rinnovamento urbanistico della zona secondo il piano regolatore interno della città redatto dall'ingegnere del Comune Luigi Del Sarto. Riconfigurata la porzione rimasta alla Pia Casa, questa continuò ad occuparsi del recupero delle giovani, godendo di un lungo periodo di floridezza economica, interrotto solo durante la prima guerra mondiale quando lo stabile fu per qualche anno (1815-1918) requisito per usi militari. L'alluvione del 1966 arrecò gravi danni all'immobile ed evidenziò le carenze insite nella struttura: nel 1976 l'Opera Pia passò sotto la competenza amministrativa del Comune, nel 1979 gli ambienti in esubero furono affittati alla Biblioteca Nazionale e nel 1991 gran parte dei locali dell'ex monastero furono acquistati dal Ministero dei Beni Culturali per alloggiarvi i Laboratori di restauro del libro. Dopo la fusione dell'Opera con la Fondazione Giovanni e Silvio Fusi e con l'Opera Pia Casa di Rifugio Emilia Picone, nel 2010, oramai definita come Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Sant'Ambrogio, questa è confluita nella Azienda di Servizi alla Persona Firenze Montedomini. Dal lato che guarda alla piazza Sant'Ambrogio è conservata, risparmiata dal nuovo intonaco, la porzione di un graffito con figure e iscrizioni risalente a quando i locali terreni erano occupati da una filiale del Monte dei Paschi di Siena, a documentare le molte destinazioni avute dagli ambienti, ora in attesa di nuova destinazione d'uso. Dal civico 8 della strada si accede a una corte che conduce alla Scuola dell'Infanzia Sant'Ambrogio, con spazi a verde, che occupa parte del corpo di fabbrica dell'antico monastero benedettino, che dalla corte in parte si apprezza. Sempre qui è un tabernacolo con un rilevo in terracotta raffigurante la Madonna e il Bambino di stile quattrocentesco, affiancato da un traguardo che segna il livello (qui particolarmente alto) raggiunto dalle acque durante l'alluvione del 4 novembre 1966. |
Bibliografia |
Fantozzi 1842, p. 283, n. 64; Fantozzi 1843, p. 210, n. 509; Limburger 1910, n. 27; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 68-69, n. 2. Campo in corso di revisione. |
Approfondimenti |
Luciano Artusi, Antonio Patruno con Enrica Pellegrini e Laura Raspigni, Ora et Labora. L'antico complesso religioso e l'Opera Pia di Sant'Ambrogio in Firenze: storia, fede, arte, socialità e pubblica beneficenza, accertate con documenti inediti, Firenze, Semper, 1996; Francesca Carrara, Ludovica Sebregondi, Pia Casa di Rifugio di Sant'Ambrogio, in Gli istituti di beneficenza a Firenze. Storia e architettura, catalogo della mostra (Firenze, Montedomini, aprile-maggio 1998) a cura di Francesca Carrara, Ludovica Sebregondi, Ulisse Tramonti, Firenze, Alinea, 1999, pp. 128-141; Francesca Carrara, Una visita agli orti della Mattonaia nella città leopoldina, in Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003, pp. 22-43, pp. 36-37 (Monastero di Sant'Ambrogio). |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via Carducci su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
15/09/2013 |
Data ultima modifica |
02/06/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
03/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
opera assistenziale, ospizio, conservatorio, scuola, tabernacolo, traguardo. |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
|