Scheda Piazza de' Pitti |
|
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Piazza de' Pitti |
Denominazione |
Piazza de' Pitti |
Altre denominazioni |
Borgo di Piazza, via del Palagio de' Pitti |
Affacci |
. |
Proprietà |
demanio dello Stato. |
Architetti - Ingegneri |
Brunelleschi Filippo, Parigi Giulio, Parigi Alfonso il Giovane, Ruggieri Giuseppe, Paoletti Gasparo Maria, Cacialli Giuseppe, Poccianti Pasquale, Marchetti Luciano. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Si accede alla piazza da via de' Guicciardini, piazza di San Felice, via de' Marsili, sdrucciolo de' Pitti, via de' Velluti. La titolazione ha evidente riferimento con il palazzo fatto erigere negli anni sessanta del Quattrocento da Luca Pitti su probabile progetto di Filippo Brunelleschi che, ampliato, fu successivamente reggia dei Medici, dei Lorena e quindi dei Savoia (con cessione nel 1919 allo Stato italiano), e che con la propria mole caratterizza e delimita l'intero spazio. In questo caso il rapporto è tale che la piazza è da intendersi realmente come parte integrante del palazzo, tanto che la stessa proprietà, fino a metà della carreggiata che corre dal lato inferiore (già borgo di Piazza, in asse con via de' Guicciardini), non è riconducibile al Comune di Firenze ma è demanio dello Stato (si vedano i pietrini di proprietà inseriti nel selciato). La storia della piazza, caratterizzata da una accentuata pendenza, segue quindi da vicino le vicende costruttive del palazzo. Nella portata del catasto di Luca Pitti del 1469, oltre ad apparire "una chasa nuova con giardino dietro", si riferisce di case comprate e abbattute per creare uno spiazzo davanti alla residenza. "Luca Pitti non volle il suo nuovo palazzo allineato lungo il Borgo di Piazza. Acquistò, per abbatterle, tutte le case per una lunghezza di almeno 300 braccia, e per una profondità di almeno 150. Erano le solide case dei Barducci, dei Mannelli, dei Ridolfi, degli Anterigoli, dei Rossi, che richiesero un vero e proprio sventramento, come fu necessario lo scasso d'una collina detta Montecucco per ottenere, a mezza costa, un piano di posa d'una certa vastità. Soltanto per l'ubicazione, Luca Pitti dovette perciò sostenere spese ingenti, volendo porre il proprio palazzo in posizione dominante rispetto all'antico Borgo di Piazza, con un vastissimo spazio dinanzi. Il primo nome di quello spazio fu Via del Palagio de' Pitti, non ancora considerata piazza" (Bargellini-Guarnieri 1978). Questo spazio antistante è evidentemente pensato per determinare un punto di vista ottimale da cui osservare l'opera architettonica, che risulta arretrata rispetto alle vie di accesso e posta in posizione soprelevata, per cui la visione dal basso, in leggero scorcio, ne accentua imponenza e valore. L'area originaria limitata al primo nucleo del palazzo andò nel tempo a precisarsi in relazione ai vari cantieri di ampliamento della fabbrica. Si pensi in particolare a quelli condotti a partire dal 1619 con la direzione di Giulio Parigi e quindi da Alfonso Parigi il Giovane che portarono a definire il grande prospetto, quindi a quelli tesi a definire le due ali laterali o rondò, avviati nel 1763 e seguiti da Giuseppe Ruggieri (rondò di destra o delle Carrozze) e quindi da Gasparo Maria Paoletti e Giuseppe Cacialli (rondò di sinistra o rondò di Bacco), comunque conclusi solo attorno al 1840 per le cure di Pasquale Poccianti. La sistemazione della piazza nelle forme attuali, a seguire un lungo periodo nel quale fu in terra battuta e quindi asfaltata (con conseguente destinazione dello spazio a parcheggio di autoveicoli) è del 1994-1996, su progetto e direzione dei lavori dell'ingegnere Luciano Marchetti (cantiere inserito tra gli interventi straordinari finanziati in occasione dello svolgimento a Firenze del Consiglio Europeo del 21-22 giugno 1996). "I grandi spazi originariamente sterrati sono stati pavimentati con un sistema a suo tempo innovativo e poco conosciuto in Italia, frutto di un brevetto francese, che consiste nell'uso di uno speciale conglomerato nel nostro caso realizzato con inerti in pietraforte (in parte riutilizzando il materiale rinvenuto nel corso degli scavi), per garantire una colorazione prossima a quella delle facciate. In sede esecutiva, poi, si sono definite le modalità di messa in opera in relazione al prevedibile ritiro e alle dilatazioni provocate dalle variazioni termiche sia quotidiane sia stagionali (...). Il problema è stato risolto realizzando un sistema regolare di giunti di dilatazione nella soletta di cemento armato che costituisce il sottofondo della pavimentazione e resta non visibile all'utente: mentre il getto di pavimentazione è stato realizzato curando di avere un sistema di riprese volutamente casuale e privo di geometrie predefinite; il ritiro dovuto alla stagionatura e la sua deformazione naturale hanno contribuito a creare una fitta rete di fratture, che assolvono al compito proprio dei giunti di dilatazione con un effetto privo di qualsiasi riferimento geometrico" (Luciano Marchetti 2007). Dal 24 giugno 2011 la piazza (cioè la strada che collega via de' Guicciardini alla piazza di San Felice) è stata pedonalizzata assieme alle via adiacenti. |
Bibliografia |
Fantozzi 1843, p. 241, n. 604; Stradario 1913, p. 111, n. 785; Stradario 1929, p. 94, n. 860; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 132-136; Stradario 2004, pp. 345-346. |
Approfondimenti |
Palazzo Pitti: la reggia rivelata, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti 2003-2004) a cura di Gabriele Capecchi, Amelio Fara, Detlef Heikamp, Vincenzo Saladino, Firenze-Milano, Giunti Editore, 2003; Alessandro Scarnato, Luciano Marchetti: Piazza Pitti a Firenze, in "Opere. Rivista Toscana di Architettura", II, 2004, 7, pp. 66-69; Palazzo Pitti, atti del congresso (Firenze, Archivio di Stato, 9 marzo 2009) a cura di Chiara Arrighi e Giuseppina Carla Romby, Firenze, Polistampa, 2006 (numero monografico di "Opus Incertum", I, 2006, 1); Luciano Marchetti, Claudio Paolini, Piazza de' Pitti: uno spazio tra la regga e la città, Firenze, Polistampa, 2007; Daniela Smalzi, Giulio Parigi architetto di corte. La progettazione dell'ampliamento di palazzo e piazza Pitti, in Architetti e costruttori del barocco in Toscana. Opere, tecniche, materiali, a cura di Mario Bevilacqua, Roma, De Luca, 2010, pp. 69-87; Daniela Smalzi, Piazza Pitti, in Le piazze di Firenze: storia, architettura e impianto urbano, a cura di Francesco Gurrieri, Firenze, Mauro Pagliai Editore, 2014, pp. 244-275. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sulla piazza sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Piazza de' Pitti su Wikipedia e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
01/11/2013 |
Data ultima modifica |
11/04/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
19/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
toponomastica, stradario (piazza). |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
|