Note storiche |
La strada corre, in continuazione con via de' Ginori (canto alle Macine), da via Guelfa fino alla piazza della Libertà. Lungo il tracciato si innestano: via Ventisette Aprile e via degli Arazzieri (canto de' Preti), via delle Ruote, via di Camporeggi, via Bonifazio Lupi e via Salvestrina, via Duca d'Aosta e via Sant'Anna, via delle Mantellate. La denominazione è attestata dagli inizi del Duecento, cioè dal periodo nel quale, al di fuori dell'omonima porta, era sorto lo spedale e il convento intitolato a San Gallo, poi atterrato per necessità militari in occasione dell'assedio del 1529-1530. Da questo complesso (dove sarebbero stati ospitati i primi francescani giunti a Firenze) prese il nome sia la porta dell'ultima cerchia di mura cittadine posta in questo luogo (oggi isolata al centro della piazza della Libertà, si veda) sia la nostra strada, comunque già presente in tempi ben più antichi. Il tracciato, unitamente all'attuale via de' Ginori, è infatti da identificare con il cardo della Florentia romana verso nord, lungo la direttrice che, dal passo della Futa, raggiungeva Bologna e quindi l'Italia Settentrionale. All'interno di quelle che sarebbe state successivamente le ultime mura della città, la strada traversava in età altomedioevale le località dette di Cafaggio (nella zona prossima alla piazza di San Marco) e di Camporeggi (nei dintorni dello Spedale di Bonifazio), toponimi chiaramente riferibili ad aree non ancora edificate e segnate da faggeti (Cafaggio) e da boscaglie (Camporeggi, con il significato di campo da caccia riservato e di proprietà della corte). Come è verificabile per tutte le principali arteria di penetrazione verso la città (ma in questo caso in modi ancor più accentuato), lungo il tracciato i terreni furono nel tempo per lo più lottizzati da istituti religiosi e compagnie laicali, con la conseguente costruzione di conventi, chiese, oratori, sedi di confraternite e di congregazioni, spedali e ospizi, nel tempo in buona parte soppressi e destinati ad altri usi (per lo più caserme e scuole) ma che ancora oggi segnano in modo inequivocabile la strada. Si segnala la denominazione di canto Croce di Via attribuita all'angolo tra via San Gallo e via Salvestrina, in ricordo del convento di Santa Maria della Croce di Via, inglobato nel palazzo Pandolfini, e quello di canto alla Pace (detto anche di Santa Caterina) all'angolo con via delle Ruote. Per quanto riguarda le trasformazioni subite nel tempo dal tracciato è da segnalare l'apertura, dall'altezza di via degli Arazzieri verso piazza della Libertà, di numerose traverse in ragione della progressiva urbanizzazione dei terreni circostanti, a partire dalla stessa via Ventisette Aprile (1844 ca.), e quindi di via di Camporeggi (1891 ca.), via Bonifazio Lupi (1891 ca.), via Duca d'Aosta (1926 ca.), via Sant'Anna (1836 ca.) e via delle Mantellate (1926 ca.), con conseguente trasformazione degli edifici posti agli incroci delle varie arterie. La strada continua ad essere sufficientemente frequentata e interessata da traffico veicolare, comunque non particolarmente accentuato viste le numerose alternative, rispetto ai tempi antichi, per entrare e uscire dalla città, con particolare riferimento alla moderna via Camillo Cavour, nell'ultimo tratto tracciata con un cantiere chiuso nel 1830, proprio per alleggerire definitivamente dal passaggio delle merci l'antica direttrice di San Gallo. Da lamentare la quasi totale scomparsa, in particolare nel corso dell'ultimo decennio, delle numerose librerie di libri nuovi e usati che l'hanno segnata per tutto il corso del Novecento, tanto da farle assumere nel parlato il nome di 'via dei Librai'. Per la sua lunga storia e per l'importanza delle architetture civili e religiose che la segnano per l'intero tratto, la strada è da considerare di eccezionale rilievo storico e artistico. |
Bibliografia |
Stradario 1913, p. 55, n. 390; Stradario 1929, p. 47, n. 425; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 13-20; Ciabani 1984, pp. 134-135, 152-153, 158-159; Stradario 2004, p. 393. |