Note storiche |
Si accede alla piazza da via degli Strozzi, via degli Anselmi, via Monalda. La denominazione è attestata dalla fine del Quattrocento, ovvero dal momento in cui (1489) fu aperto da Filippo Strozzi il cantiere per la costruzione dell'imponente palazzo della famiglia Strozzi, che ancora caratterizza lo spazio assieme ad altre proprietà del casato e la cui presenza giustifica sia il nome della piazza sia della vicina via degli Strozzi. Di tali proprietà documenta un preciso rilievo databile al 1495 circa degli edifici di contorno ricondotto a Giuliano da Sangallo e a Benedetto da Maiano (se ne veda la riproduzione presso l'Archivio storico del Comune di Firenze). "La piazza, dovuta all'incrocio d'un cardo minore della città romana (Via Teatina, Via de' Pescioni, Via Monalda), col decumano massimo (Via degli Strozzi) e minore (Via degli Anselmi), era forse la più spaziosa della città dentro la cerchia antica, e prendeva il nome di Corso degli Strozzi, perché, evidentemente, vi si tenevano gare e giuochi" (Bargellini-Guarnieri). Gare che essenzialmente consistevano in partite al pallone, come documentato da un dipinto seicentesco della collezione Giuntini. All'antico nome di corso degli Strozzi, tra Settecento e Ottocento, si affiancò quello popolare di piazza delle Cipolle, dovuto al mercato di ortaggi che qui si teneva, almeno fino al 1761 (si veda la lunga iscrizione datata 1762 presente sull'edificio al numero 3 della piazza con un bando dei Capitani di Parte che proibisce la vendita e il mercato "a tutti i cocomerai poponai fruttaioli ferravecchi rivenditori e barulli"). Del carattere dello spazio nell'Ottocento documentano varie fotografie che mostrano il lato est occupato da una successione di edifici privi di elementi architettonici di interesse, sorti su antiche case appartenute ai Gondi, ai Trinciavelli, ai Sassetti e ai Vecchietti. Oltre, in aderenza al palazzo dello Strozzino, era la piccola chiesa di Santa Maria degli Ughi, tra le più antiche della città, di patronato della famiglia degli Ughi, soppressa nel 1785, trasformata in civile abitazione e quindi riscattata dagli Strozzi nel 1816 che, con il nome di Santa Maria del Buon Consiglio, ne fecero la loro cappella sepolcrale. Sia le case sia la chiesa furono abbattute durante l'intervento di 'risanamento' del centro cittadino (1885-1895) per consentire l'allargamento delle vie degli Anselmi e degli Strozzi. Il tabernacolo a bugne di diamante che si trovava prossimo alla via degli Strozzi, dopo essere stato a lungo depositato presso il museo Firenze com'era, fu recuperato e rimontato per interessamento del Comitato per l'Estetica Cittadina in via dell'Oriuolo nel 1953, e ancora qui si trova sul muro della biblioteca delle Oblate (si veda). All'intervento tardo ottocentesco, con l'erezione del palazzo Mattei a occupare l'intero isolato antistante palazzo Strozzi, si deve quindi l'attuale configurazione della piazza, "la quale, a guardar bene, poteva essere divisa in due: il Corso o piazza delle Cipolle, più ampia, dinanzi al Palazzo Strozzi, e la Piazza Santa Maria degli Ughi, più angusta, dinanzi al Palazzo dello Strozzino" (Bargellini-Guarnieri). Per quanto sopra detto la piazza è da considerare di eccezionale rilievo storico, artistico e urbanistico. |
Bibliografia |
Stradario 1913, p. 133, n. 935; Stradario 1929, p. 111, n. 1012; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 128-135; Stradario 2004, p. 447. |