Scheda Viale Niccolò Machiavelli |
|
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Viale dei Colli |
Ubicazione |
Viale Niccolò Machiavelli |
Denominazione |
Viale Niccolò Machiavelli |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
. |
Proprietà |
Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Poggi Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Calandrini Filippo, Pucci Attilio. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il viale scende con ampi tornanti dal piazzale Galileo al piazzale di Porta Romana. Lungo il tracciato si innestano via Schiaparelli, via Dante da Castiglione e via Benedetto da Foiano, via del Mascherino e via del Bobolino, via Michele di Lando, via Farinata degli Uberti. La titolazione del viale a Niccolò Machiavelli, storico, letterato e politico, fu deliberata dalla giunta comunale il 20 gennaio 1869. Il viale costituisce il primo tratto dello stradone progettato da Giuseppe Poggi nell'ambito del piano di ingrandimento di Firenze resosi necessario in occasione dell'individuazione della città come nuova Capitale d'Italia (1865-1871), nel suo insieme (da Porta Romana a piazza Francesco Ferrucci) noto come viale dei Colli. I lavori furono infatti avviati proprio dal lato di Porta Romana, nello stesso 1865, essendo la zona interessata dal cantiere promosso dalla Lista Civile per la realizzazione delle nuove scuderie reali (si veda alla scheda relativa all'edificio dell'Istituto Statale d'Arte) che, necessitando di significativi movimenti di terra, doveva necessariamente essere coordinato con l'impresa poggiana. Nell'autunno del 1867 il tracciato di questo primo tratto risultava già essere stato completato, a comprendere lo stesso piazzale Galileo e l'avvio del viale successivo verso quello che sarebbe stato il piazzale Michelangiolo, almeno fino all'altezza di via di San Leonardo. Come i restanti tratti dello stradone si presenta alberato e intervallato da ampie zone a giardino, alle quali seguono gli spazi verdi delle ville sorte negli anni successivi, a definire un lungo tracciato che, secondo gli intenti di Giuseppe Poggi, doveva fungere da asse portante di un nuovo quartiere signorile o, per meglio dire, di una vera e propria 'città-giardino', secondo un'idea particolarmente cara al progettista. A questo fine furono individuate una serie di norme che vincolavano i frontisti a distanziare ampiamente le varie costruzioni, a non utilizzare piante al alto fusto che si rivelassero dannose alla visuale, a recintare le proprietà con cancellate aeree e comunque non con siepi alte, in modo da contribuire a un perfetto teatro, tranquillo e agiato - isolato e dimentico del centro urbano non ancora 'risanato' e per certi versi ostile - organizzato attraverso una serie di quadri variati e talvolta imprevisti, secondo un gusto di chiara impronta tardo romantica. Per quanto concerne la sistemazione a verde, dopo un iniziale affidamento al prof. Filippo Calandrini, fu individuato in Attilio Pucci (dal 1853 capo giardiniere del Regio Orto Botanico e del Museo di Boboli e successivamente Soprintendente dei Pubblici Giardini e Passeggi di Firenze), il professionista e l'interlocutore fondamentale del Poggi. Al di là degli edifici censiti nelle relative schede si segnala, per quanto riguarda questi spazi a verde, il parterre detto del Bobolino creato nella prima grande ansa ellittica del viale salendo da Porta Romana, e il giardino del Tivoli, posto nell'ansa che immediatamente precede il piazzale Galileo. Di quest'ultimo permangono due grandi e isolati 'casotti' (danneggiati dalla caduta di un cedro nel 2011, chiusi negli anni successivi da impalcature per le precarie condizioni statiche e quindi restaurati nel 2019) che segnano il luogo dove appunto si accedeva allo stabilimento Tivoli, inaugurato nel 1871 e smantellato nel 1878. Questo, su modello dell'omonimo giardino aperto a Copenaghen nel 1843, offriva lungo la passeggiata la possibilità di riposo e svago, offrendo "un salone da concerti, un Caffè Chantant, un Bazar all'orientale, un teatro diurno, una fabbrica per birreria e trattoria, un tiro al bersaglio alla Flobert, un gazometro per l'illuminazione dello stabilimento" (Deliberazione del Consiglio Comunale del 2 luglio 1869). All'accesso del viale da Porta Romana sono, ai lati, due statue con il Leone fiorentino e la Lupa senese, già poste all'inizio del viale del Poggio Imperiale dove ora sono due leoni provenienti dagli abbattuti posti sospesi sull'Arno. |
Bibliografia |
Stradario 1913, p. 78, n. 551; Stradario 1929, p. 67, n. 619. Campo in corso di aggiornamento. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, Il viale de' Colli. Descrizione storico-artistica, Firenze, Tipografia Cooperativa, 1872; Giuseppe Poggi, Sui lavori per l'ingrandimento di Firenze. Relazione (1864-1877), Firenze, Tipografia di G. Barbèra, 1882; Ida Baccini, Le passeggiate: il Viale dei Colli, in Firenze d'oggi, Firenze, Tipografia Enrico Ariani, 1896, pp. 107-114; Franco Borsi, La Capitale a Firenze e l'opera di G. Poggi, Roma, Colombo Editore, 1970, in particolare pp. 84-90 e tavole relative; Silvano Fei, Nascita e sviluppo di Firenze città borghese, Firenze, editrice Firenze, 1971, in particolare pp. 87-99 e tavole relative; Renzo Manetti, Il viale dei Colli, in Giuseppe Poggi e Firenze: disegni di architetture e città, catalogo della mostra (Firenze, Sala delle Reali Poste, dicembre 1989-gennaio 1990) a cura di Renzo Manetti e Gabriele Morolli, Firenze, Alinea, 1989, pp. 108-112; Francesco Adorno, Gennaro Tampone, Il piano di Giuseppe Poggi per Firenze: programma, progetto e attuazione per le aree orientali della città e per i colli, in "Bollettino Ingegneri", XLII, 1995, 12, p. 3; Mario Bencivenni, Il viale dei Colli e i giardini annessi, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 165-180; Elisabetta Maria Agostini, Giuseppe Poggi, la costruzione del paesaggio, Reggio Emilia, Diabasis, 2002; Mariachiara Pozzana, Greenways: percorsi verdi nell'Oltrarno di Firenze, Firenze, Polistampa, 2003; Claudio Paolini, Il sistema del verde. Il viale dei Colli e la Firenze di Giuseppe Poggi nell'Europa dell'Ottocento, Firenze, Polistampa, 2004; Tommaso Carrafiello, Il 'Viale dei Colli' tra il crepuscolo di 'Firenze Capitale' e l'aurora della città borghese: la controversia edilizia per la sorgente del Pozzolino (1881-1892), in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 2011 (2012), 20, pp. 97-112; Gabriele Corsani, Il Viale dei Colli di Firenze, in "Storia dell'Urbanistica / Toscana", 2012, 13, pp. 61-76; Flavia Tiberi, Il paesaggio nell’opera di Giuseppe Poggi per Firenze capitale, Firenze, Edifir, 2014, pp. 121-151 (Il Viale dei Colli); Carlo Cresti, Firenze 1861-1871, dall'Esposizione Italiana alle vicende della Capitale provvisoria, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, 2015, pp. 61-64; Olga Mugnaini, Restaurati i casotti riapre il Parco di Tivoli, in "La Nazione", 4 novembre 2019. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sul viale sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
10/11/2015 |
Data ultima modifica |
27/09/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
26/07/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
toponomastica, stradario (via, viale). |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
|