Note storiche |
La compagnia laicale di San Jacopo (San Giacomo Maggiore) detta del Nicchio (cioè della conchiglia, in riferimento all'attributo proprio del Santo come Pellegrino) si era stabilita in questo luogo fin dal Trecento, arricchendo la propria residenza con una cappella e condividendo successivamente con l'adiacente complesso della chiesa di San Jacopo Soprarno il chiostro e l'orto della canonica. Si tratta di una delle compagnie fiorentine non soppresse riconducibili, assieme a quella di San Girolamo, di San Paolo e di Sant'Antonio Abate, alle così delle 'buche', in antico caratterizzate dalla pratica della flagellazione e dall'uso di riunirsi in preghiera la notte. Nel 1460 la compagnia fu unita a quella di San Sebastiano, detta 'dei Fanciulli', poi soppressa nel 1792, ed ha continuato la propria attività con la denominazione di Buca di San Jacopo in Santa Felicita. Attualmente l'edificio di pertinenza, in ragione delle profonde trasformazioni subite dal complesso nel corso dei secoli (si veda anche alla scheda del palazzo della Missione nell'adiacente piazza de' Frescobaldi 1), si presenta sulla via con un ampio e severo fronte segnato da rade bucature asimmetriche. Al terreno, oltre ad un ampio passo carraio, sono due portali: il grande, posto a destra, attualmente immette in un vano a pianta circolare adibito a esposizione di una attività commerciale, il secondo, di dimensioni contenute, posto a sinistra, reca sull'architrave l'emblema della compagnia caratterizzata dalla raffigurazione di un bordone. I locali interni, oltre che dalla compagnia, sono in parte occupati dall'Istituto Diocesano di Musica Sacra. |