Scheda Complesso dei Pretoni

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via degli Arazzieri
Denominazione Complesso dei Pretoni
Altre denominazioni Chiesa e spedale della Congrega Maggiore, chiesa di Cristo Salvatore, chiesa di Gesù Pellegrino
Affacci via San Gallo
Proprietà Congregazione di Cristo Salvatore (Gesù Pellegrino), demanio dello Stato
Architetti - Ingegneri Dosio Giovan Francesco.
Pittori - Scultori - Decoratori Cosci (Giovanni Balducci, d.).
Uomini illustri Pievano Arlotto (Carlotto Mainardi, d.).
Note storiche L'edificio segna l'angolata tra via San Gallo (dove è l'ingresso principale alla chiesa) e via degli Arazzieri. Qui - dove erano case dei Cavalcanti poi passate ai Guidi - era sorto nel 1313 un complesso formato da spedale, chiesa e ulteriori pertinenze di proprietà della congregazione di Gesù Pellegrino (detta Congrega Maggiore e comunemente compagnia dei Preti e poi dei Pretoni), finalizzato ad accogliere ed assistere religiosi provenienti da fuori città. Mentre dell'ospedale le rare tracce sono forse da cercare negli edifici che si sviluppano lungo via San Gallo in prossimità della chiesa, questa si presenta ancora oggi nelle forme assunte a seguito dei lavori voluti dal cardinale Alessandro de' Medici, desideroso, a seguito di una visita del novembre 1584, di ridurla "a miglior forma". Tali lavori, che peraltro non andarono a modificare la struttura antica, sono ampiamente documentati da varie carte d'archivio e dalla cronica di Agostino Lapini, e furono attuati tra il 1585 e il 1590, con la consacrazione della chiesa - non ancora chiuso il cantiere - attestata al novembre 1588. Per quanto non indicato da tale documentazione (come pure dal materiale d'archivio della congregazione, studiato e pubblicato nell'ampio lavoro di Emanuele Barletti del 2011), il progetto della nuova chiesa e del relativo spedale è ricondotto a Giovan Antonio Dosio, anche sulla base di puntuali riscontri con vari disegni dello stesso conservati presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e per le tangenze con altri suoi lavori esemplati, come in questo caso, a soluzioni classiche di chiara matrice antiquaria (lo stesso vale per la porta su via degli Arazzieri, a lungo ritenuta eseguita su disegno di Michelangelo, si veda, ad esempio, Firenze 1845). Da ricordare per inciso come sia stato Federico Fantozzi (1842) a ipotizzare per primo l'attribuzione all'architetto, "del quale mostrano il delicato stile i due altari laterali", documentando per altro come ai suoi tempi l'aula si presentasse voltata e dipinta. "Esternamente il piccolo edificio ha un aspetto, nel complesso, molto semplice, secondo criteri che si addicono più a un oratorio o cappella che non a una chiesa (...). La facciata, con cimasa cuspidata, risponde su via San Gallo ed ha un portale di significativo impatto monumentale che non si fatica, già ad un primo approccio visivo, a definire 'dosiano', sormontato da una finestra cieca, con frontone triangolare - come la porta - a sua volta sottomessa ad un oculo lucifero. Su via degli Arazzieri, su cui si sviluppa in lunghezza, Gesù Pellegrino presenta in alto tre grandi finestre centinate, mentre in basso sulla strada, quasi alla fine dell'edificio, la monotonia della parete intonacata di bianco è interrotta da una porticina che corrisponde internamente alla zona presbiteriale: probabilmente in origine serviva come ingresso di servizio per i confratelli della congrega durante le funzioni ordinarie, mentre la porta principale era riservata alle solennità" (Emanuele Barletti 2011). Sempre per quanto riguarda la facciata è da segnalare il portone in legno intagliato, coevo all'intervento del Dosio. L'interno si presenta con un'unica navata ad aula, segnata da tre altari, il maggiore e due minori a metà circa delle pareti laterali. Il maggiore è a edicola su colonne corinzie con frontone triangolare, il tutto affiancato da due porte con timpano curvilineo. L'intero ambiente presenta lungo il perimetro un ciclo di affreschi e tre grandi tavole l'uno e le altre eseguiti da Giovanni di Bastiano Balducci detto il Cosci (la commissione è attestata dai documenti del tempo), contestualmente al rinnovamento della chiesa e dello spedale (Agostino Lapini fissa il termine dei lavori del Cosci al 1590). Tutte le scene sono dedicate, assieme al fronte della mensa dell'altare maggiore sempre del Balducci, a illustrare le ultime apparizioni di Cristo, affiancate da figure monumentali degli Apostoli. Completava il ciclo la decorazione della volta, con la raffigurazione della Ascensione di Gesù al cielo. Gli interventi del Dosio e del Cosci determinano un ambiente di grande unitarietà e si pongono come una delle opere più caratteristiche della controriforma a Firenze. A ricordare una ulteriore memoria del luogo si segnala inoltre, al centro dell'aula, una lapide terragna che indica la tomba del sacerdote Carlotto Mainardi, noto come il Pievano Arlotto, già fratello della congregazione e famoso per le sue burle, il cui spirito è confermato dall'epigrafe (replicata con alcune varianti sulla lapide attuale che sostituisce, come ricorda Giuseppe Richa, l'originale consunta) che recita: Questa sepoltura / il piovano Arlotto / la fece fare / per se/ e per chi vi vuole / entrare. Cessato il suo uso come luogo di culto, il complesso, passato attorno al 1890 tra i beni del demanio dello Stato, fu interessato da un cantiere protrattosi tra il 1893 e il 1894 che tra l'altro portò alla demolizione della volta dipinta, per restituire alla vista "la tettoia a cavalletti adorna di decorazioni policrome", al tempo riconosciuta come "la parte più antica e caratteristica dell'antica chiesa di San Jacopo de' Preti" ("Arte e Storia" 1893). Successivamente il complesso fu dato in concessione, per quanto riguarda gli ambienti adiacenti la chiesa alla Avvocatura distrettuale di Stato per essere utilizzato come archivio, mentre la chiesa, oggetto di un intervento di restauro alle opere pittoriche tra il 1969 e il 1974 e di un ulteriore e più recente cantiere per il risanamento delle coperture, è attualmente in attesa di nuova destinazione.
Bibliografia Del Bruno 1757, p. 77; Cambiagi 1765, p. 120; Cambiagi 1771, p. 128; Cambiagi 1781, p. 123; Fantozzi 1842, p. 448; Fantozzi 1843, p. 84, n. 174; Firenze 1845, pp. 31-32; Formigli 1849, pp. 34-35; Garneri 1924, p. 236, n. XLVIII; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 15. Campo in corso di aggiornamento.
Approfondimenti Giuseppe Richa, Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine divise ne' suoi Quartieri, Firenze, Pietro Gaetano Viviani, 1754-1762, V, Del Quartiere di S. Giovanni, parte I, 1759, pp. 286-301 (Della Congrega Maggiore de' Preti); Agostino Lapini, Diario Fiorentino dal 252 al 1596, edizione a cura di Odoardo Corazzini, Firenze, Sansoni, 1900, pp. 229, 249, 275; Alla chiesa dei Pretoni, in "Arte e Storia", XII, 1893, 20, p. 159; Oratorio dei Pretoni, in "Arte e Storia", XIII, 1894, 2, p. 15; Carolyn Valone, Giovanni Antonio Dosio and his Patrons, Dissertation, Evanston - Illinois, Northwestern University, 1972, pp. 232-234; Giovanni Antonio Dosio: Roma antica e i disegni di architettura agli Uffizi, a cura di Franco Borsi et al., Roma, Officina Edizioni, 1976, pp. 323-325; Renzo Ammannati, Firenze: La chiesa di Gesù Pellegrino, dei Pretoni o del Piovano Arlotto. Monografia, Firenze, Giorgi & Gambi, 1977; Antonella Marciano, Giovanni Antonio Dosio fra disegno dell'antico e progetto, Napoli, La Scuola di Pitagora Editrice, 2008, pp. 33-35, 135; Emanuele Barletti, La chiesa di Cristo Salvatore, Gesù Pellegrino o dei Pretoni, in Giovan Antonio Dosio da San Gimignano architetto e scultor fiorentino tra Roma, Firenze e Napoli, a cura di Emanuele Barletti, Firenze, Edifir, 2011, pp. 570-593.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Nessun dato rilevato.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/02/2019
Data ultima modifica 20/05/2020
Data ultimo sopralluogo 15/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags spedale, chiesa.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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