Scheda Tabernacolo dell'Arte di Calimala (Orsanmichele) |
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Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Via dei Calzaiuoli |
Denominazione |
Tabernacolo dell'Arte di Calimala (Orsanmichele) |
Altre denominazioni |
Tabernacolo della statua di San Giovanni Battista |
Affacci |
. |
Proprietà |
demanio dello Stato. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Ghiberti Lorenzo. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il tabernacolo custodisce la copia della statua in bronzo raffigurante San Giovanni Battista (originale nel Museo di Orsanmichele) realizzata da Lorenzo Ghiberti tra il 1412 e il 1416 per l'Arte di Calimala, nell'ambito del ciclo delle quattordici statue dei santi protetti delle Arti fiorentine destinate ad occupare le nicchie esterne di Orsanmichele. Della scultura si riporta il testo della scheda redatta da Francesca Nannelli e Claudio Paolini per le carte di sala del museo (2005), poi data alle stampe in Grifoni-Nannelli 2006. "La statua del San Giovanni Battista, firmata sull'orlo della veste OPUS LAURENTII, fu realizzata dal Ghiberti su commissione dell'Arte di Calimala negli anni 1412-1416, mentre l’artista era impegnato nella realizzazione della porta Nord del Battistero. Tra tutte quelle dell'edificio è questa la prima figura ad essere stata realizzata col bronzo, materiale che ha finito col prevalere tra le sculture dei tabernacoli, ed è da considerare come la prima grande opera gettata a Firenze con il metodo della cera persa. L'artista stesso annotò in un brano del suo diario la preoccupazione per l'impresa: «Tolsi a gettarla a mie spese: se essa non venisse bene io mi dovessi perder le spese». Il recente restauro ha dimostrato che la statua non è una fusione unica, ma è composta da più parti (almeno quattro) fuse separatamente, tecnica che va letta proprio come misura di cautela per il grosso rischio economico a cui lo scultore aveva deciso di sottostare. Il Ghiberti preferì rappresentare il profeta adulto, secondo l'iconografia orientale in voga fino a tutto il Trecento, piuttosto che come giovinetto, come frequentemente si usò fare nel Rinascimento. I rimandi alla cultura tardo gotica, evidenti soprattutto nel modellato, non giovarono tuttavia alla fortuna critica dell'opera. Se Giorgio Vasari, nelle sue Vite, riconosceva nel San Giovanni «la buona maniera moderna nella testa, in un braccio che par di carne e nelle mani et in tutte l'attitudini della figura», elogiando il Ghiberti come «il primo che cominciasse a imitare le cose degli antichi Romani», tra Seicento e primo Novecento la scultura è stata giudicata sempre molto severamente, e considerata l'opera meno riuscita dell’artista. In particolare non piaceva la languidezza della figura e la mancata armonia tra elementi realistici e ornamentali. Un ripensamento sull'opera, considerata all'interno dell'evoluzione stilistica del Ghiberti e non necessariamente in relazione alla scultura fiorentina coeva, ne ha finalmente avviato, in tempi più recenti, la più che doverosa rivalutazione, e il San Giovanni Battista può essere tranquillamente oggi indicato come uno dei capolavori della statuaria tardo gotica fiorentina. La scultura, concepita per il coevo tabernacolo dell'Arte ugualmente progettato dal Ghiberti ma eseguito da Albizo di Piero, è stata rimossa dalla sua sede originaria nel 1992, quindi restaurata per le cure dell'Opificio delle Pietre Dure (1994) e collocata nel museo nel 1995". |
Bibliografia |
Del Bruno 1757, pp. 113-115; Cambiagi 1765, pp. 183-185; Cambiagi 1771, pp. 194-196; Cambiagi 1781, pp. 181-183; Firenze 1845, pp. 215-216; Formigli 1849, pp. 187-188. Campo in corso di aggiornamento. |
Approfondimenti |
August von Schmarsow, Le statue di Orsanmichele, in "Vita Nuova", 1889, 11, pp. 6-7; 1889, 12, pp. 2-4; 1889, 13, pp. 3-5; Gian Piero Bernardini, Maria Chiara Casini, Marcello Corazza, Carlo Lalli, Mauro Matteini, Archengelo Moles, Paolo Nencetti, Maria Rosa Nepoti, Renza Trosti Ferroni, Il San Giovanni Battista del Ghiberti: studi sullo stato di conservazione della superficie bronzea, in "OPD Restauro. Quaderni dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro di Firenze", n.s., VII, 1995 [1996], pp. 33-55; Richard A. Goldthwaite, Francesca Nannelli, Giuliano Pinto, Orsanmichele e le arti fiorentine, Firenze, Nuova Stamperia Parenti, 1995; Diane Finiello Zervas (a cura di), Orsanmichele a Firenze, collana Mirabilia Italiae a cura di Salvatore Settis n. 5, Modena, Franco Cosimo Panini, 1996, 2 voll; Paola Grifoni, Francesca Nannelli, Le statue dei santi protettori delle Arti fiorentine e il museo di Orsanmichele, Firenze, Polistampa, 2006. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di aggiornamento. |
Risorse in rete |
Sull'opera sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Chiesa di Orsanmichele su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
26/07/2019 |
Data ultima modifica |
19/12/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
03/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini |
Tags |
scultura. |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
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