Scheda Palazzina Antonini

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Extra moenia Q2 (Piagentina)
Ubicazione Via dell'Orcagna 51- 53
Denominazione Palazzina Antonini
Altre denominazioni .
Affacci via Giotto
Proprietà Franciolini, Antonini.
Architetti - Ingegneri Coppedè Adolfo.
Pittori - Scultori - Decoratori Chini Galileo, Officine Michelucci.
Uomini illustri Nessun dato rilvato.
Note storiche La palazzina fu commissionata da Raffaello Franciolini ad Adolfo Coppedè per ospitare al piano interrato un laboratorio ed un magazzino per cappelli da signora e ai piani superiori la residenza del proprietario. Il permesso di costruzione fu rilasciato nel febbraio 1906 dall'Ufficio Tecnico del Comune al costruttore Giuseppe Morozzi ma i lavori iniziarono soltanto a partire dal marzo dell'anno successivo. Nel contempo fu presentata all'amministrazione la richiesta di costruire tre terrazzini in facciata, due in angolo ed uno sovrastante il portone d'ingresso (in tutti e tre i casi a segnare le originarie torrette angolari), permesso che fu accordato dalla giunta comunale nel maggio 1907. Le decorazioni pittoriche che un tempo arricchivano le torrette furono affidate a Galileo Chini. Concluso con molta probabilità già alla fine di quell'anno, il villino passò nel 1918 in possesso di Lea Taddea Antonini, e a questa stessa, a lungo, si è ricondotta la commissione dell'erezione. Al 1958 si data la soprelevazione del corpo centrale di un piano, il che comportò irrimediabilmente la perdita del rapporto d'emergenza delle due torrette laterali a guardare il fronte si via Orcagna (si veda la fotografia dello stato precedente l'attuale in Cozzi 1982), determinando un edificio compatto e privo di un elemento che fortemente lo caratterizzava. In concomitanza con tale cantiere l'edificio fu frazionato in sei unità, di cui cinque abitative ed una a destinazione artigianale. Ulteriori ampliamenti e saturazioni si susseguirono nei decenni successivi. In buona sostanza l'edificio oggi si presente sia esternamente sia nella distribuzione degli ambienti significativamente trasformato rispetto al progetto originario, fatto al quale è da aggiungersi l'assenza nel tempo di una corretta manutenzione delle decorazioni pittoriche, andate perdute e solo tardivamente risarcite. Come ben descritto nella banca dati delle Architetture del 900 in Toscana, l'edificio si presenta attualmente con una pianta rettangolare e si sviluppa su quattro piani fuori terra più uno seminterrato. I due fronti su strada risultano scanditi agli angoli dai due corpi lievemente sporgenti di quelle che erano le originarie torrette nei quali si trovano al piano nobile tre balconi di forte rilevanza plastica che servono da tettoia alle finestre del piano terra ed al portone. Le due facciate sono caratterizzate dal ritmo regolare dei tre ordini di finestre e dal gioco di sottili variazioni degli elementi plastici, tutti risultanti dalla geometrizzazione di motivi desunti dal lessico decorativo tradizionale. Al piano seminterrato le aperture, semplici luci rettangolari, sono inserite in un basamento lievemente aggettante; al piano terra le finestre sono inserite in specchiature archivoltate e ritmate da lesene, di lieve aggetto, e sono riquadrate in basso da mensole a foggia di aquila serranti una cartella a sezione mistilinea; al piano primo sono caratterizzate da una cornice e da un davanzale modanati e al piano secondo sono sovrastate da una cornice e da una serie di mensole a sostegno della gronda fortemente aggettante dell'originaria copertura. Le torrette presentano una cornice sottogronda che ripropone, fortemente stilizzata, la scansione della cornice dorica a metope e triglifi. I tre balconi impostano su mensole rilevanti per dimensione e ricchezza decorativa alla cui base compaiono aquile stilizzate e nelle cui volute si rintracciano i temi classici della patera, delle fuseruole, della goccia e della foglia d'acanto, il tutto in scala dilatata. I finestroni di tali balconi sono riquadrati ed hanno un timpano curvilineo con sottostante protome femminile; il portale d'ingresso è inserito nel medesimo modulo e apparato decorativo delle due finestre con la variante di un ampio architrave con testa di Mercurio sovrastato da una luce archivoltata e tripartita. A fianco dell'edificio, sul fronte est, è il rilevante episodio del cancello di accesso al giardino, avente per piedritti due erme con figure femminili plurimammellute poste di profilo. I giudizi sull'edificio - a partire da quello formulato da Carlo Cresti (1978) tra i primi a studiare l'architettura Liberty fiorentina - tendono a sottolineare come la soluzione qui adottata appaia ancora fortemente legata alla tipologia ottocentesca della palazzina per quanto concerne l'impianto, ed ad uno stile magniloquente ed eclettico per quanto riguarda l'opulenta decorazione di facciata. Per quanto appaiano negli elementi decorativi influenze Liberty, l'edificio testimonia quindi di uno stile specifico riconducibile a quel gusto non a caso detto Coppedè o - ricordando la puntuale definizione datane da Rossana Bossaglia - "dell'eclettismo di ritorno".
Bibliografia Cresti 1978, pp. 138-139, 301, n. 37. Campo in corso di aggiornamento.
Approfondimenti Carlo Cresti, Liberty a Firenze, in "Antichità Viva", 1970, 5; Liberty nel Quartiere 12, catalogo della mostra fotografica (Firenze, via Luna, 31 marzo-21 aprile 1979) a cura di Carlo Cresti, Firenze, Vueffe, 1980, p. 17; Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, p. 313; Mauro Cozzi, Palazzina Antonini, in Rossana Bossaglia, Mauro Cozzi, I Coppedè, Genova, Sagep, 1982, p. 237; Archivi del Liberty italiano. Architettura, a cura di Rossana Bossaglia, Milano, Angeli, 1987; Bettino Gerini, Vivere Firenze... Il Quartiere 2. Piagentina, Bellariva, Varlungo, Rovezzano, Firenze, Edizioni Aster Italia, 2006, pp. 79-81 (Palazzina Antonini); Antonia Macartney Filgate, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 194-195 (Palazzina Antoninii).
Documentazione fotografica Nessun dato rilevato.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito) e dalla voce Casa Antonini su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 10/10/2021
Data ultima modifica 15/10/2021
Data ultimo sopralluogo 30/05/2021
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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