Scheda Palazzo Tempi

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santo Spirito (San Niccolò)
Ubicazione Piazza di Santa Maria Soprarno 1
Denominazione Palazzo Tempi
Altre denominazioni Palazzo Vettori, palazzo Bargagli Petrucci
Affacci costa dei Magnoli 26- 27- 28- 29- 30, via de' Bardi 35- 37
Proprietà Bardi di Vernio, Medici, Del Nero, Antinori, Capponi, Torrigiani, Vinta, Medici della Castellina, Tempi, Marzimedici, Vettori, Bargagli Petrucci.
Architetti - Ingegneri Nigetti Matteo, Giovannozzi Pietro Paolo, Lusini Enrico.
Pittori - Scultori - Decoratori Sagrestani Giovanni Camillo, Bonechi Matteo, Del Pace Ranieri.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Si deve a Leonardo Ginori Lisci (1972) la prima documentata ricostruzione delle vicende del palazzo e quindi la corretta valorizzazione dell'edificio, che esternamente non mostra con la sua grande mole elementi di particolare pregio architettonico se non in corrispondenza del suo ingresso principale sulla piazza di Santa Maria Soprarno. Erano fin dall'antico in questa zona, come lungo tutto l'antico borgo Pidiglioso, palazzi e case grandi di proprietà dei Bardi di Vernio, bruciati e semi distrutti durante i fatti del 1343. Riparati i danni del saccheggio, la casa posta sulla piazzetta di Santa Maria Soprarno passò di proprietà alla famiglia Medici che, attorno al 1480, la vendette al gonfaloniere Bernardo del Nero. Questi ne rimase in possesso per poco tempo: accusato di cospirare per il ritorno dei Medici a Firenze fu condannato alla pena capitale nel 1497, e la sua proprietà pervenne poco dopo a Raffaello Antinori, che edificò sulla casa un vero e proprio palazzo, ricordato da Benedetto Varchi e da Alesso Baldovinetti tra le fabbriche più notevoli della Firenze del tempo. Quali dimensioni avesse è difficile da ipotizzare, e tuttavia si può supporre che a questa data già fossero presenti due distinti corpi di fabbrica sui lati della costa dei Magnoli, collegati da una volta con terrazzo (trasformata in galleria nel 1725). Nel 1553 gli Antinori vendettero la proprietà ai Capponi, i quali la cedettero nel 1591 ai Torrigiani, che a loro volta la vendettero tre anni dopo a Belisario Vinta, cortigiano e segretario di ben quattro granduchi medicei, da Cosimo I a Cosimo II. E' a questo che Ginori Lisci riconduce i lavori che portarono a definire negli attuali termini il fronte sulla piazzetta, anche per la presenza sul portone del busto di Cosimo II, accompagnato dalla data 1609 e da un'iscrizione riferibile ai servigi resi dal Vinta ai granduchi. L'ipotesi confermerebbe peraltro l'attribuzione a Matteo Nigetti, operoso in questi anni e non in quelli dei Tempi, a lungo reputati committenti dell'attuale fabbrica. Rimasta agli eredi del Vinta fino al 1652, la proprietà passò infatti, dopo essere stata per due anni di Lorenzo di Raffaello de' Medici, ai Tempi (1654). E' a questi ultimi che, tra Seicento e Settecento, si devono invece ricondurre gli ulteriori interventi tesi ad ampliare la proprietà (con l'intervento dell'architetto Pietro Paolo Giovannozzi), in particolare attorno alla metà del Settecento per quanto riguarda l'ampio sviluppo verso il lungarno. Certo è che la lunga nota scritta da Giovanni Cinelli nella guida già di Francesco Bocchi (1677), testimonia chiaramente di una casa ancora di dimensioni contenute: "... ancorché di fuori non faccia gran mostra, è però internamente molto bene adagiata, ed acconciamente disposta per quello che la bisogna richiede, e particolarmente nelle stanze sotterra, che per esser tutte cavate nel masso, di buon novero, e comodissime per la state, rendono altrui nel vederla maravigliato". Agli stessi Tempi si devono pure i notevoli investimenti tesi ad adeguare gli interni al gusto del tempo, tra i quali un vasto salone con la volta affrescata da Giovanni Camillo Sagrestani (1726), purtroppo perduta per il crollo del tetto a seguito delle distruzioni operate nella zona durante la ritirata dell'esercito tedesco da Firenze nell'agosto del 1944. Ai Bargagli Petrucci, eredi dei Tempi (che tennero l'edificio fino al 1770), si devono vari lavori realizzati nel 1925 con la direzione dell'architetto Enrico Lusini, come pure gli interventi di ricostruzione e restauro della proprietà a seguito delle distruzioni della guerra (lavori terminati nel 1962) e dei danni dell'alluvione. Tra le ricche pitture murali degli interni si segnalano, sulla scorta delle note di Marilena Mosco (1974) e del più recente contributo di Lisa Leonelli (2016), gli affreschi di Matteo Bonechi nella volta dello scalone d'ingresso da costa dei Magnoli e nelle due sale dell'appartamento a destra, raffiguranti rispettivamente L'allegoria di Prometeo, Il Giudizio di Paride, L'allegoria delle quattro Stagioni. Sempre a Matteo Bonechi possono essere ricondotti gli affreschi delle prime due sale sul lungarno, raffiguranti il Bagno di Diana e L'allegoria di Firenze, mentre di Ranieri Del Pace è il Tempo che esalta le Virtù e opprime i Vizi, nella terza sala sul lungarno. La facciata sulla piazza è stata restaurata nel 1985, il fronte su via de' Bardi nel 2000. Una bella cancellata in ferro battuto, con le iniziali dei Bargagli Petrucci, realizzata dall'Officina Franci di Siena e datata 1881, è nell'androne dell'ingresso principale sulla piazza. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1919.
Bibliografia Bocchi-Cinelli 1677, pp. 280-283; Del Bruno 1757, p. 127; Cambiagi 1765, p. 197; Cambiagi 1771, p. 209; Cambiagi 1781, p. 193; Fantozzi 1842, p. 596, n. 308; Fantozzi 1843, p. 234, n. 586; Firenze 1850, p. 556; Burci 1875, pp. 190-191; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 68; Bigazzi 1886, p. 125; Elenco 1902, p. 257; Illustratore fiorentino (1909) 1908, p. 9; Limburger 1910, n. 680; Garneri 1924, p. 284, n. XXXII; Limburger-Fossi 1968, n. 680; Ginori Lisci 1972, II, pp. 659-664; Firenze 1974, p. 361; Mosco 1974, p. 120; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 229; Vannucci 1995, pp. 384-386; Firenze 2005, p. 443; Fauzia Farneti in Atlante del Barocco 2007, p. 425, n. 147; Paolini (Poggi) 2010, pp. 79-82, n. 41.
Approfondimenti Fauzia Farneti, Il palazzo e la villa della famiglia Tempi a Firenze, in L'uso dello spazio privato nell'età dell'Illuminismo, a cura di Giorgio Simoncini, Firenze, Olschki, 1995, pp. 299-314; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 478-479; Lisa Leonelli, Le dimore dei Tempi. Il palazzo fiorentino, oggi Bargagli Petrucci, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, III, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2016, pp. 101-115.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 211780 (veduta della parte basamentale dell'edificio dal lato della piazza, 2002); 211781 (particolare del portale con il busto, 2002); 211783 (cancellata dell'androne, 2002); 211784, 211785, 211786, 211787, 211788, 211789, 211790, 211791, 211792, 211793, 211794, 211795, 211796, 211797 (vedute degli spazi interni, 2002); 211798 (particolare del portone con il busto, 2002); 211799 (veduta di un cortile interno, 2002); 211801, 211802, 211803 (vedute degli spazi interni, 2002); 211804 (veduta d'insieme del prospetto dell'edificio su via de' Bardi e il lungarno, 2002); 211805 (veduta d'insieme del prospetto dell'edificio su piazza di Santa Maria Soprarno, 2002).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Tempi su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1058
ID univoco regionale 90480170045
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 09/04/2021
Data ultimo sopralluogo 10/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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