Scheda Palazzo Guicciardini

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Via de' Guicciardini 51r- 53r- 55r- 57r- 59r- 15
Denominazione Palazzo Guicciardini
Altre denominazioni .
Affacci piazza Pitti
Proprietà Malefici, Benizzi (Benizi), Barbadori, Guicciardini.
Architetti - Ingegneri Cigoli (Lodovico Cardi, d.), Silvani Gherardo, Poccianti Pasquale, Ademolli Antonio, Orlandini Orlando, Castellucci Giuseppe, Dori Emilio.
Pittori - Scultori - Decoratori Pollaiolo Antonio (Antonio di Jacopo Benci, d.), Sabatelli Luigi, Catani Luigi.
Uomini illustri Guicciardini Francesco.
Note storiche L'attuale palazzo è frutto dell'unificazione, attuata tra il secondo e il terzo decennio del Seicento, di una serie di costruzioni appartenenti agli stessi Guicciardini e ai Malefici verso il ponte Vecchio, ai Benizzi e ai Barbadori verso piazza Pitti. Più in particolare, come risulta dalle piante pubblicate da Paolo Guicciardini ed Emilio Dori nel 1952, il nucleo più antico, che determina la porzione sinistra della fabbrica, ingloba una torre 'appalagiata' (ossia adattata a vera abitazione) e una casa grande dei Guicciardini, già presenti nel XIII secolo ed arse durante il tumulto dei Ciompi del 1378, sulla quale poggia l'ugualmente antica torre de' Malefici, ancora leggibile sul fronte stradale. La porzione più rilevante, almeno per l'estensione dei fronti che determinano la cantonata tra via Guicciardini e piazza Pitti, era invece un palazzo di proprietà Benizzi, caratterizzato da notevoli graffiti sul fronte e acquistato dai Guicciardini nel 1515, poi accresciuto in profondità con l'acquisto di una casa dei Barbadori nel 1609 (si vedano le ulteriori note relative specificamente al n. 15). E' inoltre da ricordare come da questo lato facesse parte della proprietà anche un palazzo dei Guidetti, acquisito nel 1588, ricomprato nel 1791 dallo Scrittorio delle Reali fabbriche e quindi demolito nel 1837 (Limburger) quando fu allargata la piazza Pitti fino alle dimensioni odierne. Fino agli inizi del Seicento, nonostante tutte queste fabbriche fossero riconducibili allo stesso ceppo, erano rimaste comunque divise, a identificare le residenze dei diversi nuclei familiari. Riunite a questa data le proprietà nei fratelli Piero e Girolamo, si provvide a lavori volti a una effettiva riunificazione dei fronti e degli spazi interni, su progetto iniziale di Lodovico Cardi detto il Cigoli (ma il dato è discusso), poi seguito per la morte del maestro da Gherardo Silvani, che operò sulla fabbrica tra il 1620 e il 1625 fino a conferirle, per quanto riguarda gli esterni, l'aspetto odierno. Nell'ambito di questi interventi si individuò in quello che era stato il vecchio ingresso di palazzo Benizzi il nuovo ingresso principale, che venne allargato aprendolo alla visione del giardino, dando parallelamente anche più degna collocazione allo stucco tardo quattrocentesco con Ercole e Caco che vi è collocato (di ignoto artista influenzato da Antonio Pollaiolo). Vennero poi riuniti i due cortili delle vecchie case e costruito un nuovo scalone utilizzando il vano dell'antica torre dei Malefici. Per quanto riguarda la nuova facciata il Silvani operò senza snaturare le preesistenze, tanto che queste risultano ancora ben leggibili: furono rifatte uguali le finestre del secondo piano, eliminata la porzione superiore della torre e realizzato un cornicione uniforme a delimitare l'intero nuovo edificio. Gli interni ebbero invece altri radicali cambiamenti ai primi dell'Ottocento, in occasione di un matrimonio tra Francesco Guicciardini e Elisabetta Pucci (1804), quando, su progetto dell'architetto Pasquale Poccianti, fu modificata la planimetria di tre sale e rinnovata, secondo il gusto neoclassico, la decorazione interna, ad accogliere tra l'altro affreschi di Luigi Sabatelli e Luigi Catani. Al secondo decennio del Novecento (1922-1924) sono riconducibili ulteriori lavori, tra i quali la riunione delle due sale della biblioteca, il restauro dei graffiti della facciata dell'antico palazzo Benizzi e la ricostruzione del fronte su piazza Pitti (per la quale esistono dei progetti stesi da Pasquale Poccianti nel 1838 con la collaborazione dell'ingegnere Antonio Ademolli), il tutto su progetto dell'architetto Giuseppe Castellucci (il precedente fronte su questo lato era riconducibile all'architetto Orlando Orlandini). La proprietà subì notevoli danni la notte del 3 agosto 1944 a seguito dell'esplosione delle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata. Le distruzioni furono motivo di un radicale intervento di restauro (1950) e di ulteriore risistemazione degli interni, promosso dal conte Paolo Guicciardini su progetto dell'architetto Emilio Dori: "egli diresse con grande fervore tutte le opere che hanno dato un nuovo aspetto a molte parti del palazzo, soprattutto all'antica casa dei Barbadori all'interno del giardino, e ai piani superiori di tutto l'edificio" (Ginori Lisci). Di un certo pregio anche il piccolo giardino, sorto là dove esisteva già nel Seicento un viridario. Qui nacque nel 1482, come le guide della città indicano con insistenza, il celebre storico Francesco Guicciardini. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia Del Bruno 1757, p. 131; Cambiagi 1765, p. 206; Cambiagi 1771, p. 218; Cambiagi 1781, p. 200; Firenze 1828, p. 221; Fantozzi 1842, p. 622, n. 330; Fantozzi 1843, pp. 240-241, n. 602; Firenze 1845, p. 260; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, pp. 352, 354-355; Formigli 1849, p. 224; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 253-254; Stegmann-Geymüller 1885-1908, X, p. 7; Bigazzi 1886, pp. 265-266; Carocci 1897, 143; Elenco 1902, p. 254; Limburger 1910, n. 351; Illustratore fiorentino (1915) 1914, pp. 53-55; Bertarelli 1922, p. 172; Garneri 1924, p. 280, n. XXIII; Bertarelli 1937, p. 293; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 161; Limburger-Fossi 1968, n. 351; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 41-46; Ginori Lisci 1972, I, p. 22; II, pp. 699-706; Firenze 1974, p. 318; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 90-91; Cresti-Zangheri 1978, p. 1; Cazzato-De Vico Fallani 1981, pp. 50-53; Graffiti 1993, pp. 42-44; Macci-Orgera 1994, pp. 176-178, 179-180; Pozzana 1994, p. 93; Vannucci 1995, pp. 175-179; Adsi 2003, p. 10; Cesati 2005, I, pp. 314-315; Firenze 2005, p. 467; Chiara Martelli in Atlante del Barocco 2007, p. 416, n. 111; Invernizi 2007, I, pp. 234-236, nn. 208-209; Adsi 2009/1, pp. 39-41; Adsi 2009/2, pp. 49-51; Adsi 2010, pp. 34-35.
Approfondimenti Alessandro Gambuti, Lodovico Cigoli architetto, in "Studi e Documenti di Architettura", 1973, 2, pp. 37-136, pp. 121-122 (I lavori per il palazzo Guicciardini); Paolo Guicciardini, Emilio Dori, Le antiche case e il palazzo dei Guicciardini in Firenze, Firenze, Olschki, 1952; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 476-477.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 37623, 37624, 37625, 37626, 37627, 37628, 37629, 37630, 37631, 37632 (veduta d'insieme e particolari del prospetto su via Guicciardini, 1967); 37633, 37634, 37635, 37636, 37637, 37638, 37639, 37640, 37641, 37642, 37643 (veduta d'insieme e particolari del prospetto su piazza Pitti, 1967); 171791 (particolare dello stucco con Ercole e Caco, 1994); 171792, 171793, 171794, 171795 (vedute degli spazi interni, 1994); 172219 (insieme della porzione sinistra del prospetto su via Guicciardini, 1994); 172220, 172221, 172222, 172223, 172224, 172225, 172226, 172227, 172228, 172229 (vedute degli spazi interni con particolari di elementi architettonici, 1994); 172230 (particolare dello stemma in facciata, 1994); 172231, 172232, 172233, 172234, 172235 (vedute degli spazi interni, 1994); 172236, 172237 (vedute dei cortili interni, 1994); 172238, 172239, 172240 (insieme della porzione destra del prospetto su via Guicciardini e particolari della decorazione graffita, 1994); 172241, 172242 (vedute degli spazi interni, 1994); 172243 (prospetto sul giardino, 1994); 172244, 172245, 172246, 172247, 172248, 172249 (vedute degli spazi interni, 1994); 172250 (veduta d'insieme del prospetto su piazza Pitti, 1994); 172251 (veduta di particolare architettonico negli spazi interni, 1994); 172252, 172253, 172254 (vedute dei prospetti sul giardino, 1994); 172255, 172256, 172257, 172285, 172259, 172260 (vedute degli spazi interni, 1994); 172261, 172262 (vedute d'insieme dell'androne, 1994); 172264, 172265, 172266, 172267, 172268 (vedute degli spazi interni, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Guicciardini su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 22/10/2008
Data ultima modifica 25/05/2020
Data ultimo sopralluogo 15/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags graffito.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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