Scheda Palazzo Vegni |
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Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santo Spirito (San Niccolò) |
Ubicazione |
Via San Niccolò 89A- 91- 93- 95 |
Denominazione |
Palazzo Vegni |
Altre denominazioni |
Palazzo Gianni Leonetti, palazzo Lucchesini |
Affacci |
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Proprietà |
Gianni, Mannucci, Leonetti, Bourbon di Sorbello, Lucchesini, Vegni, Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Parigi Giulio, Silvani Pier Francesco, Ferri Antonio Maria, Giannozzi Rodolfo, Martelli Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Gherardini Alessandro, Contestabili Niccolò. |
Uomini illustri |
Tarkovskij Andrej. |
Note storiche |
Il palazzo è stato oggetto di vari studi a partire da un'approfondita scheda redatta in occasione della mostra sull'architetto Giuseppe Martelli (1980). In questa si indica la costruzione originaria come frutto dell'aggregazione di una torre e di alcune case medioevali, avvenuta ad opera della famiglia Gianni, probabilmente già alla fine del Duecento. Al Seicento si datano significativi e successivi interventi di trasformazione e ampliamento sempre promossi dai Gianni tra il 1611 e il 1658, nell'ambito dei quali fu realizzato su progetto di Giulio Parigi, attorno al 1624, lo scalone ancora esistente. Nel 1683 Pier Francesco Silvani realizzò nove camerini su due piani dal lato est e ancora, alla fine del secolo, Antonio Maria Ferri progettò la loggia che guarda al giardino interno, con una terrazza soprastante e la galleria. E' invece dell'inizio del Settecento (1704) il giardino all'italiana, realizzato sulle pendici della collina soprastante di Montecucco, laddove erano gli orti della casa, su progetto dell'architetto Rodolfo Giannozzi, con grotticina artificiale ancora esistente seppure in completo degrado. Nel 1804 "il celebre senatore Francesco Gianni, tanto benaffetto al Granduca Pietro Leopoldo" (Fantozzi 1843), vendette il palazzo a Vittoria di Gaspero Daddi moglie del marchese Bourbon di Sorbello, e dopo altri passaggi di proprietà questo pervenne nel 1828 al marchese Girolamo Lucchesini. In questa stessa data il nuovo proprietario incaricò l'architetto Giuseppe Martelli di adeguare la residenza alle necessità e al gusto del secolo, in particolare con la creazione di nuove scuderie (poi non realizzate) e di una galleria al piano nobile, trasformando quella già definita grazie ai precedenti interventi. Al cantiere per la nuova decorazione degli interni si affiancò quello del giardino, che venne adeguato al gusto di derivazione anglosassone, del quale ancora oggi restano ampie tracce tanto nell'impianto planimetrico quanto nella composizione botanica, comprendente diverse specie esotiche. A memoria di tali interventi resta anche un album con cinque disegni dal quale non risultano previsti interventi alla facciata, così come ipotizzato da alcune guide (peraltro contraddette dallo stesso Fantozzi che riferisce l'intervento di Giuseppe Martelli come limitato agli interni). Il fronte dovette invece subire alcune modifiche più tardi, dopo il 1860 e con l'acquisto del palazzo da parte dell'ingegnere e imprenditore Francesco Vegni, quando furono sistemati gli ultimi due piani e abbattuti i merli medioevali ancora visibili in due vecchie fotografie panoramiche della zona. Nel 1884, alla morte del proprietario, parte del palazzo passò ad un Istituto tecnico agrario da lui stesso fondato, parte rimase ad uso della vedova. Nel 1920, venduto all'incanto ed acquistato dall'ente morale Italica Gens, fu destinato a collegio e abitazioni fino al 1966 (attorno al 1930 è ricordato per il giardino nel repertorio di Angiolo Pucci, che lo indica come palazzo delle Suore Francescane Missionarie). Successivamente il complesso venne alterato nei suoi caratteri e la stessa galleria trasformata in cappella. Nel 1980 fu comprato dal Comune di Firenze, restaurato (1984) e quindi ceduto nel 1986 in comodato all'Università degli Studi di Firenze, ad eccezione del giardino e di alcuni ambienti dati in uso alla scuola materna statale Serristori. Attualmente ospita il Dipartimento di Tecnologie dell'Architettura e Design "Pierluigi Spadolini". Sopra l'ingresso al n. 91 è stata posta nel 2006 una memoria a ricordare come in questa casa abbia passato gli ultimi anni della sua vita il regista Andrej Tarkovskij. Mentre il fronte presenta un carattere sostanzialmente unitario (per il quale appare a chi scrive poco convincente l'intervento databile al 1860 circa), gli interni riflettono le complesse vicende del palazzo, con contesti fortemente alterati (scale interrotte, porte tamponate e simili) e al tempo stesso ambienti di notevole pregio, ora decorati da affreschi ottocenteschi (si veda il salone del piano nobile ora aula magna), ora precedenti, come nel caso della galleria affrescata da Alessandro Gherardini con l'Allegoria della Fertilità e dell'Abbondanza e episodi della Storia dei Medici, in particolare legati alla figura della regina di Francia Maria de' Medici. Non mancano memorie della storia trecentesca, come accade con il cortile che mantiene ancora l'aspetto di quel periodo, e alcuni locali ai piani superiori, con coperture a cassettoni o a travi dipinte, e decorazioni murali a finto parato. Da segnalare anche la "stanza a paese", probabilmente realizzata negli anni della proprietà dei Bourbon da Sorbello, illustrata e ricondotta all'ambito di Niccolò Contestabili da Anna Laura Nencioni (2016). L'esteso giardino, recuperato dall'incuria nel 1996 e ora riaperto al pubblico, ha accesso da via San Niccolò 89A. |
Bibliografia |
Del Bruno 1757, p. 128; Cambiagi 1765, p. 198; Cambiagi 1771, p. 211; Cambiagi 1781, p. 194; Fantozzi 1843, p. 228, n. 565; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 100; Garneri 1924, p. 286, n. XLIV; Ginori Lisci 1972, I, p. 86; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 323; Cresti-Zangheri 1978, p. 143; Giovanni Straffi in Palazzi 2004, pp. 42-44; Firenze 2005, p. 439; Paolini (Poggi) 2010, pp. 29-32, n. 14. |
Approfondimenti |
Palazzo Lucchesini, in La Firenze di Giuseppe Martelli (1792-1876). L'architettura della città fra ragione e storia, catalogo della mostra (Firenze, Museo di Firenze com'era, 29 marzo-25 maggio 1980) a cura di Nancy Wolfers e Paolo Mazzoni, Firenze, Parretti Grafiche, 1980, pp. 48-49; Daniela Lamberini, Palazzo Vegni, in Le sedi storiche della Facoltà di Architettura, a cura di Daniela Lamberini, Firenze, Octavo Franco Cantini, 1996, pp. 87-104; La casa di Andrej Tarkovskij, in Russkaja Florencija. La Firenze dei Russi, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, sala Ferri, 18 ottobre-14 novembre 2000) a cura di Maurizio Bossi con testi di Lucia Tonini e Michail Talalay, Firenze, Polistampa, 2000, pp. 46-47; Lara Mercanti, La grotta nel giardino di palazzo Gianni, in Sandra Carlini, Elena Marazzi, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le grotte. Luoghi di delizie tra natura e artificio a Firenze e nel suo territorio, Firenze, Alinea, 2002, pp. 88-91; Anna Laura Nencioni, Palazzo La "stanza a paese" di palazzo Lucchesini Vegni, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, III, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2016, pp. 225-229; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 486. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Gianni-Lucchesini-Vegni su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
23/10/2008 |
Data ultima modifica |
09/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
18/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
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