Scheda Palazzo Aldobrandini di Lapo |
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Repertorio delle Architetture Civili di Firenze |
Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via delle Belle Donne 14 |
Denominazione |
Palazzo Aldobrandini di Lapo |
Altre denominazioni |
Palazzo Aldobrandini di Lippo |
Affacci |
via degli Antinori |
Proprietà |
Aldobrandini di Lapo (di Lippo), Cambiozzi, Cantucci, Tornabuoni, Naldini, Gondi Cerretani, Patrizi, Schwob, Enriquez Reinich, Compagnia di Firenze Assicurazioni e Riassicurazioni Spa, Gidec Spa. |
Architetti - Ingegneri |
Toraldo di Francia Cristiano. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Lapo Aldobrandini, Ingres Jean Auguste Dominique, Bartolini Lorenzo, Ciseri Antonio, Romoli Mario, Le Brun Louise Elisabeth Vigée. |
Note storiche |
Walther Limburger (1910) indica la fabbrica come del Trecento, precisando che si tratta di "una delle più interessanti case dell'epoca", nonostante gli ampliamenti e le modifiche succedutesi nei secoli successivi che hanno portato a tamponare le antiche luci e ad aprirne di nuove, di modo che ora la facciata, con l'intero apparecchio murario a vista per tutti e tre gli alti piani organizzati su quattro assi, si propone come palinsesto tanto complesso quanto ricco di storia. In particolare, a caratterizzare l'edificio, sono al di sotto dell'ultimo ricorso due belle bifore trecentesche, a marcare gli assi esterni, simili a quelle presenti di Palazzo Vecchio, una a destra con il giglio fiorentino, l'altra a sinistra con un eroso scudo recante l'arme di Lapo Aldobrandini, che dai Ciompi venne fatto Cavaliere del Popolo. Anche Marcello Jacorossi (in Palazzi 1972), riconducendo la fondazione al Trecento e pur lamentando le varie alterazioni subite, torna a sottolineare la grande importanza dell'edificio: "Per quanto alla struttura originaria ne sia stata sostituita altra più moderna, alterando i piani e chiudendo parzialmente le antiche luci, il palazzo rimane sempre nel suo insieme un prezioso esempio di un carattere architettonico del quale mancano tracce importanti. La parte inferiore è a bozze regolari sporgenti, con finestre rettangolari destinate a illuminare le cantine. La parte superiore è a conci di pietra. Vi sussistono parzialmente due elegantissime finestre con archi trilobati e stemma scolpito. nelle successive trasformazioni furono aperte più piccole finestre ad arco sul mezzo tondo con decorazioni di pietrami conci". E ancora: "Artisticamente i resti dell'antica architettura hanno grandissimo pregio perché costituiscono l'unico esempio esistente nei palazzi del XIV secolo di uno stile gotico così proprio". Anche per quanto riguarda i passaggi di proprietà è lo stesso Jacorossi a precisare: "Nel 1450 la famiglia degli Aldobrandini di Lippo si estinse ed il palazzo venne acquistato dai figli di Francesco di Cambiozzi. Ai primi del XVI secolo lo comprava Lorenzo di Giovan Battista Cantucci, per rivenderlo ai Tornabuoni. Più tardi lo acquistarono i Naldini per unirlo al loro palazzo di Piazza degli Antinori e da loro passò di poi ai Gondi Cerretani". A queste antiche memorie sono poi da aggiungere quelle più recenti ma non di minore importanza: nel palazzo furono infatti ospiti due grandi pittori dell'Ottocento, ambedue segnalati da lapidi murate sul fronte, la prima posta in ricordo di Jean-Dominique Ingres che qui ebbe lo studio tra il 1820 e il 1824 (studio in questo periodo condiviso con l'amico Lorenzo Bartolini), la seconda relativa ad Antonio Ciseri e qui posta dai suoi allievi nel 1896, a segnalare il luogo come studio e scuola del pittore dal 1853 al 1859. A questi nomi è poi da affiancare quello del pittore Mario Romoli, che qui tenne il proprio atelier dal 1945 al 1978. Molto probabilmente è poi sempre da identificare in alcuni spazi di questo palazzo lo studio che ebbe durante il soggiorno fiorentino del 1789 madame Elisabeth Vigée Le Brun. Il palazzo, passato tra Ottocento e Novecento in varie proprietà (le più recenti coincidenti con quelle dell'immobile in piazza degli Antinori 2 qui indicato come palazzo Rimbotti), fu restaurato nei primi anni novanta del Novecento: un più incisivo intervento di trasformazione del terreno proposto in questa occasione dall'architetto Cristiano Toraldo di Francia non fu approvato dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1915. |
Bibliografia |
Carocci 1897, p. 141; Elenco 1902, p. 251; Limburger 1910, n. 18; Palazzi 1972, pp. 166-167, nn. 306-307, 309-310; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 113; Cesati 2005, I, p. 65; Invernizi 2007, I, pp. 64-65, nn. 44-45. |
Approfondimenti |
In memoria di Antonio Ciseri, in "Arte e Storia", XV, 1896, 11, p. 87; Clara Louise Dentler, Famous Foreigners in Florence 1400-1900, Firenze, Bemporad Marzocco, 1964. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 177336, 177337 (particolari della facciata con le due lapidi, 1994); 177338, 177339 (particolari delle bifore con gli stemmi, 1994); 177340 (veduta d'insieme con sul lato di via degli Antinori le impalcature del cantiere di restauro, 1994); 177341 (particolare di una finestra tamponata, 1994). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
FI1009 |
ID univoco regionale |
90480170009 |
Data creazione |
07/12/2008 |
Data ultima modifica |
21/02/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
04/04/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
lapide, stemma civile, stemma familiare, studio di artista, comunità straniera (francese). |
Crediti |
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini |
Localizzazione |
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