Note storiche |
Si tratta di un edificio di indubbio interesse, sicuramente il più pregevole nel contesto della piazza, non fosse altro per la qualità dei materiali e delle lavorazioni che presenta. Il prospetto principale è articolato su cinque assi sviluppati per tre alti piani. Il fronte, segnato al centro da un ampio balcone, presenta al piano terra un bel paramento di bugne a cuscino di pietra arenaria, su cui sono infissi ferri con anello e portabandiera, minutamente lavorati. I piani superiori sono arricchiti da una decorazione pittorica a imitare il graffito, che vede sia ampie superfici a finto ammattonato, sia due fasce decorative con elementi vegetali, vasi, grifi, cornucopie e simili, secondo quelle modalità con le quali nel tardo Ottocento si andava rileggendo la tradizione rinascimentale. Originariamente inserito in questo repertorio come opera di anonimo, risulterebbe in realtà tra le realizzazioni dovute all'architetto Luigi Buonamici per la famiglia Peyron (si veda anche la loggia in via Panzani al 31 rosso), come attestato nella voce relativa al professionista e compilata da Marco Dezzi Bardeschi per il Dizionario Biografico degli Italiani (1972), dove così si annota: "L'opera si attiene alle norme di unificazione edilizia dei fabbricati sulla nuova piazza, tutti a cinque assi: in essa l'organizzazione della facciata si fonda sul largo impiego del bugnato (in deciso rilievo per tutto il piano terreno, graffito sugli alti livelli abitativi soprastanti) ed è coronata da un tetto aggettante a larga falda con il compito di ridimensionarne l'evidente fuori scala. Il vestibolo centrale, inteso come passaggio delle carrozze che immette nel cortile retrostante (sul quale si attestano i servizi in un corpo di fabbrica indipendente), è pensato come il fulcro rappresentativo dell'insieme e come momento di maggiore emergenza linguistica: la presenza di nicchie laterali in stucco con statue si affianca a singolari reminiscenze neoegizie nella sagomatura dell'ordine". Si torna a segnalare la qualità dell'androne, voltato, con quattro nicchie predisposte ad ospitare sculture (due sono presenti), con decorazioni pittoriche e un elaboratissimo cancello in ghisa sul quale sono, nello scudo posto al vertice, le iniziali A.P. (che nella originaria stesura di questa scheda si erano ipotizzate riferibili al consigliere Antonio Puccinelli, già proprietario del vicino edificio posto in angolo tra via Montanelli e via della Fortezza, e che invece sono evidentemente da ricondurre ad Angelo Peyron). |
Approfondimenti |
Marco Dezzi Bardeschi, Buonamici, Luigi, voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. XV, 1972. |