Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via de' Pandolfini 2 |
Denominazione |
Casa del monastero di San Pier Maggiore |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
via delle Badesse, via Giuseppe Verdi 11 |
Proprietà |
monastero di San Pier Maggiore, Fioravanti. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Balducci Giovanni, Lucioli Laura. |
Uomini illustri |
Leopardi Giacomo. |
Note storiche |
L'edificio, sviluppato su quattro piani più un volume in soprelevazione, non presenta particolari caratteri architettonici, nonostante sia segnato sul prospetto di via Giuseppe Verdi da un lungo terrazzo ricco di piante che allieta quest'ultimo tratto della via e da un portoncino con incorniciatura in pietra di carattere settecentesco. E' tuttavia da segnalare sia per essere stato in antico e nella sua originaria configurazione di pertinenza del monastero delle monache benedettine di San Pier Maggiore (la cantonata tra via de' Pandolfini e via Giuseppe Verdi non a caso è nota come canto alla Badessa) sia per aver dato dimora a Giacomo Leopardi durante il suo secondo soggiorno in città, nel 1828, e, più a lungo, durante il periodo 1830-1833, come ricordato dalla lapide apposta sulla facciata di via Giuseppe Verdi nel 1901. Sempre attorno a questa data, come attestato da varie carte dell'archivio storico del Comune di Firenze, l'edificio, allora di proprietà del marchese Fioravanti, vide il restauro delle facciate sia dal lato di via Giuseppe Verdi sia da quello di via de' Pandolfini. In prossimità del canto è uno scudo fortemente eroso ma ancora leggibile come segnato da due chiavi decussate, insegna del monastero. Sul lato di via de' Pandolfini è poi un tabernacolo con edicola di carattere cinque seicentesco, caratterizzata da un timpano triangolare spezzato e fornita di lanterna, racchiudente una pittura murale attribuita a Giovanni Balducci, databile alla seconda metà del Cinquecento e raffigurante una Annunciazione. Il tabernacolo, che appunto segnava il confine del monastero benedettino, fu restaurato nel 1994 da Laura Lucioli, su interessamento dell'associazione culturale Il Freccione. Si mostra nuovamente in precario stato di conservazione (soprattutto l'edicola), mentre i fronti dell'edificio sono stati in parte fatti oggetto di un restauro con tinteggiatura attorno al 2000. |
Bibliografia
dettaglio |
Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 24; IV, 1978, p. 252; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 236-237, n. 83; Ciabani 1984, pp. 272-274; Santi 2002, pp. 100-101; Cesati 2005, II, p. 721; Invernizi 2007, II, p. 568, n. 512; Paolini 2008, p. 219, n. 333; Paolini (Benci) 2008, p. 86, n. 28; Paolini 2009, pp. 314-315, n. 444. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 7/8, pp. 56-57. |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 11299 (veduta panoramica del primo tratto della strada dal canto alla Badessa, con evidenziato l'edificio e il tabernacolo, 1936); 51554 (veduta del tabernacolo, 1972). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce via de' Pandolfini su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
14/08/2011 |
Data ultima modifica |
18/09/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
08/09/2021 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
pietrino, lapide, tabernacolo. |
Localizzazione |
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