Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via Faenza 93- 95 |
Denominazione |
Palazzo Strozzi di Mantova |
Altre denominazioni |
Casino Strozzi |
Affacci |
via Bernardo Cennini 9- 11- 13 |
Proprietà |
Viviani, Lamartine, Strozzi di Mantova. |
Architetti - Ingegneri |
Silvestri. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
de Lamartine Alphonse Marie Louis, de Maistre Xavier, Stendhal (Marie Henri Beyle, d.). |
Note storiche |
Qui si trovava dal 1548 il convento dei Canonici di Sant'Antonio Abate (Sant'Antonio di Vienne) che si estendeva tra via Faenza e via Valfonda definendo con il proprio perimetro quella via ora intitolata a Bernardo Cennini e al tempo denominata via Nuova. Soppresso nel 1775 il complesso passò nelle proprietà del canonico Luigi Viviani e nel 1790 in quelle di suo nipote marchese Niccolò di Antonio Viviani, governatore di Pisa. In questo arco di tempo gli orti e le terre lavorate di pertinenza del complesso furono frazionate (si veda alla scheda dedicata a Villa Vittoria sul Viale Filippo Strozzi per le vicende delle porzioni prossime alla fortezza da Basso) e gli ambienti del convento furono ridotti ad abitazioni, compresa una modesta casa posta in angolo tra via Bernardo Cennini e via Faenza. Fu questa dipendenza ad essere acquistata nel 1827 e adattata da Alphonse Marie Louis de Lamartine, che già aveva alloggiato a Firenze come segretario di legazione presso il granduca Leopoldo II in una casa di via dei Serragli all'attuale n. 134 (si veda). Trasformata dall'architetto Silvestri (non risulta se Giovanni Battista o Bartolomeo) la casa possedeva un bel giardino all'inglese e, come in più occasioni ebbe a scrivere il poeta, era grande, confortevole e adatta ad alloggiare gli amici francesi in visita (tra questi anche Xavier de Maistre e, nel 1828, Stendhal). In particolare Lamartine amava la posizione della casa che al tempo era più quella di una residenza di campagna che non di città, come risulta in varie lettere dove questi elogia, a fianco del giardino all'inglese che dice di aver personalmente disegnato, un appezzamento di terreno coltivato con olivi, vigne e ortaggi, in buona sostanza un vero e proprio podere dove erano allevate tre vacche. Alla partenza di Lamartine nell'agosto del 1828 la casa fu affidata alla principessa Galitzine e quindi comprata dal marchese Strozzi di Mantova. In ragione di questa storia una lapide posta sul fronte dal lato di via Faenza ricorda come "questa casa e il giardino adiacente tra il 1827 e il 1829 appartennero al poeta Alfonso Lamartine". L'edificio è stato oggetto di un cantiere di restauro nei primi anni settanta del Novecento e, per la qualità dell'intervento, segnalato dalla Soprintendenza ai Monumenti per il premio Marchi. Sul lato di via Bernardo Cennini, prossimo al canto, è un semplice tabernacolo che conserva una pittura murale raffigurante la Madonna con il Bambino, molto ridipinta (un intervento di restauro è documentato tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento) ma di modi trecenteschi. Sempre dal lato di via Bernardo Cennini, il passo carraio segnato dal civico 9 (e del quale si segnala il bel portone chiodato) è segnato sopra l'arco da un pietrino proprio del monastero di Sant'Antonio di Vienne, a testimonianza delle antiche presenze del luogo. Il pietrino è accompagnato dalla data MDCC, che tuttavia supponiamo essere una incisione tarda, frutto di una lettura errata di quello che doveva essere il numero progressivo dell'edificio nel registro delle possessioni dell'istituto. Parte dell'edificio è attualmente occupato da una struttura ricettiva (Vasari Palace Hotel). |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, p. 39, n. 51; Firenze 1850, pp. 539-540; Limburger 1910, n. 49; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 233, 338; III, 1978, p. 178; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 80-81, n. 8; Cesati 2005, I, p. 237; Invernizi 2007, I, p. 185, n. 160. |
Approfondimenti |
L'Osservatore Fiorentino, La palazzina di Alfonso Lamartine, in "La Nazione", 14 aprile 1934; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 313-315. |
Documentazione fotografica |
Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0023688 (veduta del tabernacolo su via Bernardo Cennini). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 1805 (veduta del tabernacolo prima dell'intervento di restauro, 1950-1960 ca); 10396, 51283 (vedute del tabernacolo, 1972). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 63613, 63614, 63615 (vedute d'insieme e particolari dei prospetti, 1972). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
10/01/2009 |
Data ultima modifica |
11/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
30/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
lapide, tabernacolo, pietrino. |
Localizzazione |
|
|