Note storiche |
Si tratta di una casa con il fronte di due assi organizzati su cinque piani (i più alti evidentemente legati a un intervento di soprelevazione), frutto di una riconfigurazione operata nell'Ottocento su una antica casa a schiera. Al terreno è un cartiglio con una iscrizione di cui rimane solo la parte inferiore, comunque sufficiente per identificare la casa come una delle proprietà (un tempo) dell'Opera dei Cappellani del Duomo. Ancora ben leggibile è poi il numero 25 in caratteri romani, a indicare la posizione dell'immobile nel registro delle possessioni. A precisare il dato si riporta quanto annotato da Francesco Bigazzi (1886, pp. 212-213) anche se in riferimento a un altro edificio di pertinenza della stessa Opera: "Nel 1487 fu istituita in Firenze una Congregazione di Sacerdoti, la quale fu chiamata Opera di Carità allo scopo di sovvenire tutti quei Cappellani del Duomo quando essendo infermi si trovassero in tale miseria da non potersi curare secondo che richiedeva la loro malattia. Coll'andar del tempo quest'Opera di Carità accrebbe il suo patrimonio non solo per i sacerdoti, che volontariamente vi si erano ascritti, ma più ancora per i lasciti a suo favore di molte pie persone. Per la qual cosa tutte quelle case, sulle quali si vedono di simili memorie, stanno queste a dimostrare i lasciti di benefattori, che vennero ad aumentare il capitale di quest'aggregazione che si chiamò, come ho detto, Opera di Carità de' Cappellani del Duomo". Sulla stessa Opera si vedano anche le note - accompagnate da un severo giudizio sugli statuti e sull'attività dell'istituto - in Passerini 1853, pp. 533-538. |