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Lemma
pittura a secco
Tra le varie tecniche usate per le pitture murali si definisce a secco quella eseguita su un intonaco già asciutto. A differenza di quanto accade con la tecnica dell'affresco, in questo caso possono essere aggiunti leganti organici (colle animali o colle vegetali) o acqua di calce in modo da favorire l'adesione del colore alla superficie. Nella stessa tecnica dell'affresco si osserva, per l'esecuzione di dettagli o per ritocchi, il ricorso alla pittura a secco. Testimonia Cennino Cennini (fine sec. XIV): "E' nota, che ogni cosa che lavori in fresco vuole essere tratto a fine e ritoccato in secco". Ben diverso il pensiero di Giorgio Vasari (1550), per il quale l'intervento a secco è indice dell'incertezza dell'artista, oltre che errore tecnico: "Quegli che cercano lavorare in muro, lavorino virilmente a fresco, e non ritocchino a secco, perché oltra l'esser cosa vilissima rende più corta vita alle pitture". Lo stesso, nel proemio delle Vite, precisa: "Non si può abbandonare il lavoro, mentre che la calcina tiene del fresco [...] e chi non ha questo giudizio e questa eccellenza, si vede, nella fine del lavoro suo o col tempo, le toppe, le macchie, i rimessi, ed i colori sovrapposti o ritocchi a secco; che è cosa vilissima; perché vi si scuoprono poi le muffe, e fanno conoscere la insufficienza ed il poco sapere dell'artefice suo, siccome fanno bruttezza i pezzi rimessi nella scultura; senza che, quando accade lavare le figure a fresco, come spesso dopo qualche tempo avviene per rinnovarle, quello che è lavorato a fresco rimane, e quello che a secco è stato ritocco, è dalla spugna bagnata portato via".
 
note:
 
inglese
secco painting
francese
peinture à sec