Locuzione precisatasi tra XVII e XVIII secolo a indicare dipinti caratterizzati da soggetti (ritratti, paesaggi, fiori, animali, architetture, ecc.) considerati minori rispetto alla pittura sacra, mitologica e storica, valutata superiore e quindi al di fuori di ogni "qualifica di rango" (vedi genere). Nel XIX sec., con lo sviluppo autonomo di vari generi (paesaggistica, natura morta, ecc.), il vocabolo ha assunto più precisamente il significato di pittura che rappresenta spazi e scene della vita quotidiana, in particolare delle classi subalterne, per lo più caratterizzati dalla presenza di figure umane trattate come tipi, comunque al di fuori di ogni intento di denunzia sociale. |