Nell'ambito dell'arte della stampa è un procedimento di incisione in cavo (vedi) su matrici di metallo che prevede l'utilizzazione di una punta d'acciaio (o di diamante, vedi punta immediata) particolarmente affilata, manovrabile con più libertà rispetto a un bulino, quasi al pari di una matita. Tale incisione produce delle sottili barbe che non vengono eliminate e che, in fase di stampa, trattenendo l'inchiostro, producono in concomitanza del tratto inciso sfumature particolarmente vellutate. Ovviamente da una puntasecca si ottengono in genere un numero assai limitato di buone tirature, dato che le barbe tendono rapidamente a schiacciarsi a causa della pressione esercitata dal torchio. Originariamente la puntasecca, per la prima volta documentata in Germania verso la fine del XV secolo, venne utilizzata, oltre che come tecnica autonoma, per integrare l'incisione a bulino (vedi), quindi impiegata in abbinamento all'acquaforte (vedi). |