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Lemma
resina epossidica
Resina sintetica generalmente ottenuta dalla condensazione di epicloridrina con bisfenolo, appartenente alla categoria dei termoindurenti e caratterizzata dalla presenza di gruppi epossidici nella struttura. Tali resine - inizialmente sperimentate in Svizzera negli anni Trenta del Novecento e quindi commercializzate a partire dal 1939 - trovano ampio impiego come adesivi e come consolidanti, presentando proprietà altamente coesive nei confronti di materiali estremamente variati (legno, vetro, metalli, ceramiche, cementi, ecc.) e avendo in genere ottime proprietà termiche, meccaniche e di inerzia chimica. Nel restauro sono utilizzate solo nei casi in cui l'esigenza della reversibilità non sia considerata prioritaria, dato che il giunto che si instaura è insolubile e infusibile. Impiegate ampiamente nel restauro architettonico e diffusamente nel restauro del legno (anche su elementi strutturali per il grande potere di penetrazione e per la notevole resistenza che trasmettono di conseguenza al materiale) trovano applicazione limitata nel restauro dei dipinti (per quanto utilizzabili in alcune operazioni di riconsolidamento strutturale del supporto ligneo e per interventi locali al supporto tessile). Vengono solitamente commercializzate in due fasi (resina e induritore). Denominazioni commerciali: Ablebond, Araldite (Ciba-Geigy), CM Bond, Epon (Shell Chemical), Epikote, Epon, Epotek, Epoxy, Hxtal, Phillyseal (Philadelphia Resins), UHU, ecc.
 
note:
 
inglese
epoxide resin
francese
résine époxide