Nel restauro l’operazione in cui la pellicola pittorica, talvolta privata anche degli strati preparatori, viene rimossa dal supporto originale e trasferita su uno nuovo, in seguito alla totale compromissione del supporto stesso, sia questo ligneo o tessile (per i supporti parietali vedi stacco e strappo). Le modalità, gli strumenti e i materiali impiegati nell’operazione sono svariati e ancora oggi sottoposti a sperimentazione. Si possono comunque riconoscere due tipi fondamentali di trasporto in ragione della distruzione o della conservazione del supporto originale (e eventualmente del suo riutilizzo dopo una adeguata operazione di consolidamento). In quest’ultimo caso il metodo prevede di ammorbidire gli strati preparatori, in modo che questi perdano il loro potere adesivo e consentano la separazione dal supporto. Si sottolinea come in ambedue i casi l’operazione non possa che considerarsi una estrema ratio, non solo per la sua complessità e rischiosità (numerosissimi sono i dipinti irrimediabilmente rovinati a seguito di interventi di trasporto mal riusciti), ma perché irreversibile e in contraddizione con il principio fondamentale di tendere a conservare l’opera il più possibile nella sua integrità e nelle sue condizioni originarie. Sulla nascita del procedimento le testimonianze sono contraddittorie e comunque riconducono a esperienze francesi (Robert Picault) e italiane condotte nei primi decenni del XVIII sec.