Cilindretto metallico con un rilievo elicoidale sul gambo, fornito di testa (provvista di un intaglio in modo da favorire l'azione del cacciavite) e utilizzato per fermare, stringere e collegare materiale di vario genere, in particolare elementi in legno. Il gambo filettato è in genere smussato o appuntito all'estremità opposta della testa. Le viti da legno sono state fabbricate a mano dalla metà del XVII secolo fino agli inizi del secolo successivo, quando si è passati alla più rapida lavorazione col tornio o col maschio. I segni lasciati da queste lavorazioni risultano facilmente riconoscibili per le irregolarità proprie della lavorazione a mano. Così Corrado Argegni (1960): "Vite. Cilindro per lo più di ferro, circondato nella superficie da una spirale, il quale, muovendosi attorno al suo asse, entra nella cavità parimenti cilindrica di un altro solido. Nella vite si distinguono il diametro, l'altezza dei filetti e il passo. In falegnameria è usata quasi unicamente la vite a dado, nei mobili di grande mole, specialmente armadi e credenze, per unire il pezzo centrale ai pezzi laterali, in modo che non si spostino muovendo o spostando il mobile intero". |