o musaico (arcaico). Tecnica artistica basata sull'accostamento di frammenti di materiale di diversa grandezza e colore (tessere) fino a coprire l'intera superficie e ottenere un determinato disegno. Le tessere, solitamente quadrangolari, sono di marmo o di pasta vitrea e vengono fissate a uno strato di stucco, di mastice o di cemento. Le tessere possono essere applicate direttamente sul supporto definitivo o montate con la tecnica della rivoltatura che consiste nel comporre il mosaico su un piano di legno o di lavagna con l'ausilio di un leggero strato di gesso, per poi 'rivoltare' l'insieme nella collocazione definitiva eliminando il gesso di fissatura. La tecnica, diffusa dall'antichità, trova impiego nella decorazione di pavimenti, pareti, soffitti ed elementi architettonici. Così Filippo Baldinucci (1681): "Musaico. Sorta di pittura la più durevole che si trovi; essendo che, dove quella fatta di colori, col tempo si consuma, questa divien sempre più bella. Lavorasi con alcuni pezzetti di vetro riquadrati, di colori diversi; e pe' campi e altri luoghi, dove va l'oro, usasi di dorare i medesimi vetri a fuoco. Si commettono sopra stucco forte, composto di misture diverse, le quali col tempo lo fanno tanto indurire, che l'opera, per così dire, non ha mai fine". |
note: Mosaico, voce in Manuela Farneti, Glossario tecnico-storico del mosaico, Ravenna, Longo Editore, 1993. |