Denominazione latina dell’oro musivo. Pigmento inorganico artificiale, velenoso, utilizzato in sostituzione della foglia di oro per ottenere -con una applicazione a pennello- un effetto simile a quello della doratura. E' costituito da cristalli di bisolfuro di stagno i quali, in base al processo di preparazione (e in particolare in relazione alla temperatura scelta per la lavorazione), hanno colore giallo dorato più o meno rossiccio. Utilizzato già nel XII secolo è ricordato da Cennino Cennini (fine sec. XIV) che -sconsigliandone comunque l'uso nei dipinti- propone una ricetta per la sua fabbricazione. Si tratta di un pigmento instabile, facilmente alterabile a contatto con l’aria e con gli agenti ambientali. La denominazione oro musivo (e le sue varianti) ricorda il suo diffuso impiego per la doratura delle tessere per i mosaici. |