Con questa denominazione si è soliti indicare sia una sorta di caolino, sia - più correttamente - un bianco di piombo della varietà bianco di Amburgo, ovvero mescolato con una quantità variabile di solfato di bario. In questo caso il pigmento veniva fabbricato secondo il procedimento detto olandese, a partire da lamelle di piombo attorcigliate a formare spirali. Queste venivano introdotte in vasi di terracotta con aceto sul fondo in modo da creare dei vapori, il tutto posto su degli strati di letame di cavallo che procuravano calore e vapori d’ammoniaca. Dopo circa un mese le lamelle potevano essere raschiate in modo da recuperare la cerussa. Il bianco veniva a questo punto macinato a secco o all'acqua (in quest'ultimo caso la pasta doveva essere comunque seccata prima dell'utilizzazione). Si otteneva così circa il 60% di cerussa rispetto al piombo iniziale. Il bianco olandese risulta comunque meno puro e meno candido se confrontato con il bianco austriaco (vedi bianco di Vienna). |