o bianco di Armenini, bianco di Cennini, bianco sangiovanni, bianco santogiovanni, biancozzo. Pigmento bianco inorganico di origine minerale, ottenuto con calce spenta, depurata ripetutamente con lavaggi in acqua, seccata e macinata più volte. Noto fin dall'antichità è stato il bianco più utilizzato per la pittura ad affresco, nella quale acquista proprietà coprenti altrimenti scarse. E' stabile alla luce, all'umidità e agli agenti atmosferici: in presenza di inquinamento atmosferico può comunque portare alla formazione di solfato di calcio. Nell'Europa del nord è stato utilizzato non tanto come pigmento quanto come inerte nelle preparazioni pittoriche dei dipinti al posto del gesso. La sua preparazione è accuratamente descritta da Cennino Cennini nel Libro dell'arte (fine sec. XIV): "Tolli la calcina sfiorata, ben bianca; mettila spolverata in uno mastello per ispazio di dì otto, rimutando ogni dì acqua chiara, e rimescolando ben la calcina e l’acqua, acciò che ne butti fuora ogni grassezza. Poi ne fa' panetti piccoli, mettili al sole su per li tetti; e quanto più antichi son questi panetti, tanto più e migliore bianco". Ulteriori indicazioni sui possibili modi della sua fabbricazione sono offerte da Armenini (1587) e da Filippo Baldinucci (1681). Attualmente è essenzialmente impiegato come carica per dare corpo ad alcuni coloranti organici. |