o bianco di marmo, polvere di marmo. Pigmento e carica inorganica naturale costituito da carbonato di calcio. Si ottiene sia come sottoprodotto della lavorazione dei marmi sia riducendo appositamente in polvere scaglie di marmo (travertino o alabastro), eventualmente arricchendo il prodotto con calce. In base al tipo di marmo utilizzato la polvere presenta una colorazione più o meno chiara, con tonalità sul giallo, o grigio o rosa. Conosciuto fin dall'antichità è ricordato e descritto, tra gli altri, da Cennino Cennini (fine sec. XIV), Giorgio Vasari (1550), Gian Paolo Lomazzo (1584) e Andrea Pozzo (1693-98). Come pigmento trova impiego nell'affresco e nella pittura a tempera e si caratterizza per lo scarso poter coprente e per la leggera trasparenza. Trova inoltre impiego nella fabbricazione di stucchi, nelle decorazioni in finto marmo e come additivo per malte. La sua presenza in stucchi e malte dona alla superficie particolare levigatezza e brillantezza. |