o azzurro di Bagdad, lapislazzuli naturale, lazur, lazzulite, ecc. Pigmento azzurro ottenuto da un minerale naturale di giacimenti di scisto conosciuto sotto il nome di lapislazzuli. Utilizzato fin dalla tarda antichità (e descritto da Plinio) è stato un colore tenuto in particolare pregio dagli artisti tanto da essere descritto da Cennino Cennini (fine sec. XIV) come "nobile, bello e perfettissimo": in effetti è sufficiente macinare il minerale per ottenere un blu di grande qualità, tuttavia ne sono necessari circa 100 kg per ottenere da 2 a 3 chili di pigmento. Il fatto che si tratti di una pietra semipreziosa porta al costo estremamente elevato che da sempre lo ha caratterizzato: per questo è stato utilizzato quasi esclusivamente per dipinti di estrema importanza e ricordato in numerosi contratti di allogagione dove l'uso o meno del lapislazzuli veniva regolarmente registrato. Per gli stessi motivi si è raccomandato di stenderlo su fondi neri o grigi (o su una preparazione di azzurrite) in modo da ottenere buoni risultati anche con una minima quantità. Anticamente proveniva via mare essenzialmente dalle miniere della regione di Badakhshan (Afghanistan), visitate da Marco Polo nel 1271: da questa lontana provenienza deriva probabilmente il nome di oltremare o oltremarino. Pigmento stabile, semitrasparente, adatto a tutte le tecniche ma essenzialmente utilizzato a tempera (a olio viene ulteriormente esaltata la sua trasparenza). |