Vedi bruno di mummia. Pigmento bruno ottenuto dalla decomposizione di mummie (ovvero dei resti umani e delle sostanze resinose e bituminose utilizzati per la mummificazione) importate fin dal sec. XII dall’Egitto in Europa, clandestinamente. Il suo uso è documentato dal XVI al XIX secolo nell’ambito delle tecniche ad olio e, in particolare, per la realizzazione di velature. Le fonti documentano come il pigmento fosse facilmente lavorabile, macinabile con olio di noci, di un forte odore simile a quello dell’ammoniaca e di scarso potere coprente. Le alterazioni sono dello stesso ordine di quelle proprie del bruno di bitume. |