Vedi nero d'ossa. Si tratta di un pigmento nero ottenuto a partire dalla combustione al rosso di ossa animali preferibilmente sbiancate. Contiene circa il 15/20% di carbonio e il 60/70% di fosfato di calcio. Conosciuto dall’antichità è stato utilizzato molto più frequentemente del nero d’avorio (del quale ha spesso usurpato il nome) per la facile reperibilità dei materiali alla base della sua fabbricazione. Stabile e coprente, ha trovato essenzialmente impiego nelle tecniche di pittura ad olio. Si trova registrato, tra l’altro, nel vocabolario di Filippo Baldinucci (1681), che lo descrive come “un bellissimo nero, che pende in giallognolo, e anche serve per velare”. In effetti il nero d’ossa può avere tonalità giallastre o marroni, tanto da essere prediletto, tra i neri, proprio per le tonalità calde. Viene falsificato per distillazione di particolari essenze legnose. |