Denominazione antica del giallo di Marte (vedi). Pigmento giallo artificiale. Si tratta di sesquiossido di ferro ottenuto per precipitazione di una soluzione di liscivia alcalina e di una soluzione di solfati ferrosi. La calcinazione del precipitato consente di modificarne le tonalità che vanno dal bruno al violetto. La denominazione giallo di Marte appare utilizzata solo dalla fine del XVIII secolo, pur essendo il pigmento conosciuto fin dall’antichità. Nel 1881 Blockx spiega nel suo compendio come si tratti di un pigmento stabile e di grande qualità solo se ben preparato, cosa peraltro assai rara vista la delicatezza del procedimento. Lo stesso Blockx documenta inoltre come spesso si trovassero in commercio sotto questo nome pigmenti ottenuti con l’aggiunta di ocre, evidentemente per contenere i costi di fabbricazione. Come pigmento è comunque in genere stabile, fortemente colorante e assai opaco, utilizzabile in tutte le tecniche pittoriche. Il riferimento presente nella denominazione a Marte trae origine dal ruolo della divinità e dall’influenza del pianeta Marte nella preparazione del ferro secondo la tradizione propria degli alchimisti. |