Pigmento nero ricordato, tra gli altri, da Giorgio Vasari (1550), in relazione all’uso fattone da Leonardo da Vinci e da Raffaello. E’ riconducibile al cosiddetto nero di stampa, ottenuto per calcinazione di pezzetti di avorio, noccioli di pesco, ramoscelli di luppolo, grappoli d'uva e feccia del vino in assenza d'aria. |