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Lemma
giallo napoletano
Vedi giallo di Napoli. Pigmento giallo artificiale, velenoso. E' un pigmento essenzialmente costituito da antimoniato di piombo utilizzato fino dall'antichità pensando che si trattasse di una terra proveniente dalla zona del Vesuvio (Napoli), e sovente confuso con il massicot. Solo nel 1766 il francese Auguste-Dénis Fougeroux de Bonderoy dimostrò che in realtà si trattava di un pigmento artificiale ottenuto per calcinazione naturale del litargirio, di sali d'ammonio, di allume e di antimoniato di potassio. E' stato ampiamente utilizzato in tutte le tecniche pittoriche per la brillantezza del colore, sicuramente dalla fine del Medioevo, come testimonia Cennino Cennini (fine sec. XIV) che ne parla (sotto la denominazione di giallorino) sottolineandone le qualità nel suo impiego in affresco. La ricetta della fabbricazione è presente ne I tre libri dell’arte del vasaio di Cipriano Piccolpasso (1548). Ricordato anche da Andrea Pozzo (1693-98) ha conosciuto un momento di particolare fortuna tra il 1740 e il 1850. Ha un elevato potere coprente. La commercializzazione di numerosi pigmenti di qualità inferiore che ne hanno usurpato il nome ha fatto talvolta lamentare una sua presunta scarsa stabilità. In realtà il vero giallo di Napoli è da considerarsi un pigmento eccellente, salvo la tendenza ad annerirsi ai vapori di solfuro.
 
note:
 
inglese
Naples yellow
francese
jaune de Naples