o nero di terra di campana. Di composizione e formula chimica indefinibile è un nero ottenuto dalle scorie che rimangono all'interno delle forme di fusione per la realizzazione di campane. Ha trovato impiego nelle tecniche pittoriche durante il XVI e il XVII secolo. E' citato da Gian Paolo Lomazzo (1584) e nel vocabolario di Filippo Baldinucci (1681) che ne sconsiglia l’impiego nell’affresco ("ove sia aria, in breve tempo svanisce e lascia guaste le pitture").