o nero di bugia, nero di candela, nero di fiamma, nero leggero, nero d'olio, fumo di bugia. Si tratta di una varietà di nero fumo (contenente circa il 90% di carbonio) ottenuto condensando su pareti raffreddate i fumi provocati dalla combustione incompleta degli oli delle lucerne e, in generale, di oli, grassi, petroli, ecc. Alcune ricette consigliano di ripetere l'operazione tornando a bruciare la polvere ottenuta, in modo da eliminarne la parte grassa e rendere così il pigmento più facilmente miscelabile al legante. Il potere coprente è medio (da cui la denominazione nero leggero) ma la stabilità chimica e alla luce decisamente alta. Ricordato da Plinio e da Cennino Cennini (fine XIV sec.) è stato particolarmente utilizzato per la preparazione degli inchiostri da stampa. Così Cennino Cennini descrive il processo di fabbricazione: "Toglia una lucerna piena d'olio di semenza di lino e empi la detta lucerna del detto olio, e impiglia la detta lucerna: poi la metti così impresa sotto una tegghia ben netta, e fa' che la fiammetta della lucerna stia appesso al fondo della tegghia a duo o tre dita, el fumma che escie della fiamma batterà nel fondo della tegghia e asunasi con corpo. Sta un poco: piglia la tegghia, e con qualche cosa spazza questo colore, cioè questo fummo, in su carta o in qualche vasello; e non bisogna triarlo né macinarlo, procch'egli è sottilissimo colore. Così per più volte riempi la lucerna del detto olio e rimetti sotto la tegghia, e fanne per questo modo quanto te ne bisogna". Vedi anche nero fumo.