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Lemma
sangue di drago
o cinnabaris indicus, dracontea, sandis, sangue di dragone, sanguis draconis. Prodotto resinoso ottenuto dai frutti di varie piante appartenenti alla famiglia delle palme e, in particolare, dalla specie Calamus draco Willd, presente nelle isole dell’arcipelago della Sonda e delle Molucche. Di colore rosso bruno è stato denominato in età classica cinnabaris indicus (a sottolineare, come è confermato da Plinio, la sua provenienza dalle Indie), comportando successivamente una sua errata identificazione con il cinabro. La denominazione corrente trae invece origine da una leggenda, secondo la quale la sostanza si sarebbe generata dal sangue sgorgato nel combattimento tra un elefante e un drago. Cennino Cennini (fine sec. XIV) lo ricorda come utilizzato essenzialmente nella miniatura, sconsigliando il suo impiego nelle altre tecniche tradizionali ("non è di condizioni di farti molto onore"). In effetti, in quanto sostanza organica vegetale, è un colore facilmente alterabile. Vista la sua rarità è stato falsificato fin dall’antichità, come segnalato dallo stesso Plinio (I sec. d. C.). Ulteriori notizie sono riportate negli scritti di Heraclius (X-XIII sec.) e Jehan le Begue (1431 c.). Attualmente è commercializzato sotto forma di perle o bastoncini solubili in alcol, benzene e cloroformio, e utilizzato per conferire una tonalità rossa a miscele resinose (quali quelle utilizzate per le vernici dei violini o per la mecca). Trova inoltre impiego come additivo di lacche e mordenti per legno.
 
note:
 
inglese
dragon's blood
francese
sang de dragon