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Lemma
tinta indaca
Vedi indaco naturale. Colorante vegetale ottenuto a partire dalla sostanza azzurra (indicano) presente nelle piante del genere indigofere (indigofera tinctoria). La sua fabbricazione avviene per macerazione delle foglie mature in cisterne d'acqua, con aggiunta di calce o ammoniaca e successiva ossidazione all'aria. Al termine di una serie di passaggi di purificazione il pigmento viene essiccato in appositi stampi e commercializzato in pani. Utilizzato fin dall'antichità è ricordato, tra gli altri, da Plinio e da Cennino Cennini. Di colore blu intenso simile al blu di Prussia, semitrasparente e con buon potere colorante, non è molto stabile alla luce: di granulazione finissima è stato utilizzato moltissimo per la tintura delle stoffe. Nella pittura ad acquerello tende a sbiadire ed è stato poco adoperato nella pittura ad olio, nella quale perde la qualità della tinta. E' migliore nelle tempere e se ne fece grande uso ai tempi di Cennino Cennini (fine sec. XIV): mescolato con la biacca dava un colore simile all'azzurrite a al lapislazuli. Le varie denominazioni attribuite al colorante indicano, il più delle volte, la zona di provenienza della sostanza colorante vegetale.
 
note:
 
inglese
indigo
francese
null