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Lemma
verde appianum
Antica denominazione della terra verde (vedi). Pigmento verde minerale costituito da glauconite e celadonite, conosciuto fino dall’antichità e descritto, tra gli altri, da Vitruvio (27 a.C.), Plinio (I sec. d. C., che lo indica come proveniente dalla zona del Monte Baldo presso Verona), Theophilus (XI sec.) e Cennino Cennini (fine sec. XIV). Nel Medioevo è ricordato come componente di alcune preparazione (Cennino Cennini) o, in sostituzione del bolo rosso, come fondo per le dorature: per quest’uso e con la denominazione di bolo verde appare descritto ancora da Theodore Turquet De Mayerne (1620). Inoltre, dato il basso costo di fabbricazione, le varietà di migliore qualità risultano utilizzate anche in sostituzione del verde malachite. Un recente studio su di una pittura di età gallo romana ha messo in evidenza un verde costituito da celadonite di Verona (75%), glauconite (20%), blu egiziano (5%). Sostanzialmente le terre verdi possono essere raggruppate in due tipi fondamentali: 1. a base di serpentino d'origine vulcanica utilizzabile direttamente come pigmento (terra verde di Verona, terra verde di Cipro). 2. a base di glauconite di origine sedimentaria, di tinta più spenta e opaca (verde calce, verde irlandese). In ambedue i casi i pigmenti offrono una resa migliore se utilizzati nelle tecniche a tempera, data lo scarso potere coprente e colorante in olio. La denominazione appianum ricorre, tra l’altro, negli scritti di Ludovico Dolce (1565).
 
note:
 
inglese
green earth
francese
vert appianum